La Giunta si impegni affinché i disabili over 65 possano scegliere di restare nella soluzione abitativa in cui si trovano e sensibilizzi Comuni e Ausl “sulla necessità di attivare progettualità specifiche sia per i giovani con disabilità sia per i più anziani, in modo tale da garantire una convivenza armoniosa e arricchente”.
Sono, in sintesi, le richieste contenute in una risoluzione che vede Giuseppe Paruolo (Partito democratico) come primo firmatario. Il consigliere ricorda l’importanza della legge 112/2016 (“dopo di noi”), che prevede un fondo, sull’assistenza di persone con gravi disabilità e senza sostegno familiare. La persona è messa al centro “lasciandole ampi spazi di partecipazione decisionale per autodeterminare la propria vita e, in riferimento al diritto all’abitare, mette al centro la deistituzionalizzazione della persona, supportando la domiciliazione presso abitazioni o gruppi-appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali della famiglia”. Anche la Regione, continua Paruolo, con la legge regionale 11/2018, prevede le “Casa Famiglia”, una piccola struttura/comunità “di tipo familiare con funzioni di accoglienza e bassa intensità assistenziale, bassa e media complessità organizzativa, destinate ad accogliere utenza priva del necessario supporto familiare o per la quale la permanenza nel nucleo familiare sia impossibile o contrastante col progetto individuale”.
Il problema, sottolinea Paruolo, nasce quando la persona compie 65 anni: “In quel momento si ritrova a essere allo stesso tempo ‘persona con disabilità’ e ‘persona anziana’ ai sensi di varie normative vigenti”. Quel cambiamento, faceva accadere, e in parte lo fa ancora, che l’ultra 65enne veniva spostato dalla casa famiglia alla Rsa (la Regione ha in seguito eliminato l’automatismo).
Succede, però, che la pratica “basata su regolamenti comunali o su varie prassi organizzative” produce il trasferimento nelle Rsa i 65enni con disabilità che hanno sempre vissuto in case protette. Per Paruolo “occorre pertanto rivedere i regolamenti comunali e le prassi organizzative che ancora non si sono adeguati alla logica del progetto personalizzato di cui alla legge sul ‘dopo di noi’ e alla programmazione regionale, facendo altresì in modo che le indicazioni delle commissioni sociosanitarie (UVH e UVG) tengano conto di tale nuova impostazione”. Inoltre, vanno sensibilizzati “Comuni e Ausl sulla necessità di attivare progettualità specifiche sia per i giovani con disabilità sia per i più anziani”. Tutto questo anche per limitare l’impatto fisico, emotivo e psicologico di queste persone, “che di fatto vanifica gli obiettivi raggiunti e finanziati col progetto personalizzato”.
L’atto di indirizzo è stato sottoscritto anche dai consiglieri dem Manuela Rontini, Matteo Daffadà, Ottavia Soncini, Francesca Maletti, Stefano Caliandro, Katia Tarasconi, Marcella Zappaterra e Luca Sabattini.
(Gianfranco Salvatori)