Nel 2024 la Regione ha stanziato 54,5 milioni di euro per il Fondo sociale regionale, 2 milioni in più rispetto al 2023. La delibera di giunta, che prevede anche una serie di obiettivi mirati raggiungibili con la distribuzione delle risorse, ha ottenuto il parere positivo della commissione Politiche per la salute.
“Pur in una congiuntura complicata siamo riusciti a implementare una delle voci fondamentali delle nostre politiche” ha sottolineato l’assessore al Welfare che ha precisato come grazie al Fondo sociale “si realizzerà quanto programmato nei piani di zona distrettuali per i quali sono destinati 16 milioni mentre, per il contrasto alle disuguaglianze, una misura innovativa introdotta nel post-Covid e poi confermata, sono previsti 3,6 milioni”. Tra le altre azioni spiccano 1,5 milioni (500mila euro in più rispetto al 2023) per il contrasto alla povertà, al disagio e al ritiro sociale minorile. Estesa inoltre la misura che prevede uno stanziamento del 3% del Fondo ai comuni montani, anche alle aree interne e al basso ferrarese, accogliendo così diverse sollecitazioni arrivate dai consiglieri. Infine, ha evidenziato l’assessore, “l’implementazione del Fondo sociale regionale permetterà, veicolando risorse ai Comuni in accordo con Anci e le organizzazioni sindacali, di ridurre l’impatto degli aumenti delle rette nelle strutture socio-sanitarie alle persone con i redditi più bassi”.
Per la Lega, che ha chiesto chiarimenti sulle voci di bilancio alle quali saranno assegnati gli aumenti e come verranno ripartiti, “rispetto al passato ci sono meno paletti per il Fondo a livello regionale”.
Per il Pd “è importante rispondere alle vulnerabilità anche perché col taglio nazionale del Fondo per l’affitto, nel 2025 il tema casa sarà uno dei problemi maggiori. Bene il milione e mezzo per il ritiro sociale dei giovani, nei territori serve riprendere i piani di zona con le modalità pre-Covid”.
ER Coraggiosa ha sottolineato come “gli oltre 54 milioni per il Fondo siano il segno dell’impegno della Regione per il sociale”.
Rete Civica ritiene che “nel momento in cui si parla di montagna e si toglie la guardia medica, diventa difficile vivere in certi territori per la popolazione anziana. Le risorse aggiuntive devono servire per mantenere i servizi fondamentali”.
(Lucia Paci)
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