COMUNICATO
Sanità e welfare

Welfare. Punto in commissione sull’avviamento al lavoro delle persone fragili, platea di 7.500 interessati alla legge 14

Critiche da Fratelli d’Italia per i tempi giudicati “troppo lunghi” mentre dal Partito democratico arriva il plauso per la “collaborazione tra servizi sparsi per la regione”

La legge regionale 14 del 2015, che promuove e sostiene l’inserimento lavorativo, l’inclusione sociale e l’autonomia attraverso il lavoro delle persone in condizioni di fragilità e vulnerabilità, ha ultimato la sua prima fase. Redatti gli atti amministrativi necessari, profilate le persone che dovranno essere aiutate grazie alla norma, il prossimo passo è rendere la norma operativa su tutto il territorio. Proprio di questo si è parlato questa mattina in Commissione cultura e lavoro dove è stata illustrata la relazione intermedia sulla legge.

I dati. Le persone profilate, hanno spiegato i tecnici dell’assessorato, sono 7.530 mentre sono 3.001 quelli che hanno superato il primo accesso. Sono invece 1.548 le persone che hanno lasciato le equipe (che secondo la norma devono essere formate da un operatore del centro per l’impiego, alcuni dei servizi sociali e dei servizi sanitari). Essendo interventi, quelli previsti dalla norma, non standard ma personalizzati e calibrati sulla situazione specifica, ha sottolineato l’assessore, la stima potenziale del costo per ogni persona è di 4.629 euro. In questo modo, rimarcano dall’assessorato saranno 4.321 le persone che potranno beneficiare della legge 14.

Il dibattito. Diverse le posizioni delle varie sensibilità politiche che compongono la commissione. Se lato Partito democratico le valutazioni sull’iter avviato sono positive, sponda Fratelli d’Italia sono più i dubbi che gli apprezzamenti. Uno di questi riguarda il tempo trascorso tra l’approvazione della legge e la sua effettiva attuazione: “Abbiamo utilizzato- ha specificato l’esponente di Fdi- più tempo per formare gli operatori di quello adoperato per intervenire”. E ha aggiunto: “Chi ha deciso di inserire tra le risorse a budget quelle provenienti dai bilanci comunali nella misura del 10% del totale del Fondo sociale europeo assegnato a ogni singolo ambito distrettuale?”. Domanda a cui sono stati gli stessi tecnici a specificare come “il 10% sia stata una misura proposta dalla cabina di regia del sociale dei comuni, accolta dalla Regione e approvata dal Cal (Consiglio delle autonomie locali, ndr)”.

Plauso dei dem invece per una legge che “si basa sull’ambizione, corretta, di far collaborare a pieno servizi sparsi sul territorio come centri per l’impiego, servizi sociali e servizi sanitari. Due anni per la messa in opera della legge è un tempo che quindi è spiegabile”. Mentre sui tempi dedicati alla formazione hanno aggiunto: “E’ un elemento di eccellenza della norma il periodo dedicato a formare al meglio gli operatori”. Infine una richiesta. “Un aggiornamento, nel prossimo futuro, che spieghi come venga applicata la legge nei diversi territori in modo da capire se esistono situazioni critiche o no”.

La relazione presentata ha trovato il voto favorevole della maggioranza e l’astensione delle opposizioni.

(Andrea Perini)

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