Prosegue, in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, l’iter del progetto di legge “Misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito”.
“Si potrà sempre dire è poco, forse si poteva fare di più. Ma ciò che è importante è l’affermazione del principio che sta dietro questa legge: segniamo un punto di partenza nella lotta alla povertà. Vogliamo attivare il dispositivo già dal prossimo gennaio”. Ad affermarlo è stato Igor Taruffi (Sel), firmatario del provvedimento assieme a Stefano Caliandro (Pd),che ha inoltre ribadito “l’intento di attivare i sostegni già dal prossimo gennaio”.
“Intenso- ha aggiunto il capogruppo di Sel- è stato il confronto con gli enti locali, che hanno manifestato apprezzamento per questo intervento, un aiuto in più”. In Emilia-Romagna, ha poi specificato, sono 40-50 mila le famiglie sotto il dato di povertà. Questo pacchetto, tra fondi regionali e statali, prevede stanziamenti per 70 milioni di euro”.
Per Stefano Caliandro (Pd) “è importante ricercare il massimo della condivisione, tra maggioranza e opposizione, su questo provvedimento, marciamo uniti con l’obiettivo di ampliare le prospettive”. Abbiamo, ha aggiunto, “limiti di bilancio che ci consentono di coprire solo un terzo del fabbisogno”.
“Siamo disponibili al confronto”, è intervenuto Daniele Marchetti (Ln). La legge, ha comunque specificato, “presenta aspetti che non ci convincono, sono esclusi dal provvedimento numerosi cittadini in situazioni di fragilità, innalziamo i limiti dell’Isee e, contestualmente, aumentiamo anche il numero di anni, per accedere agli incentivi, di residenza nel territorio regionale, almeno a cinque”. La Lega chiede anche certificazioni, per i richiedenti extracomunitari, dai paesi di origine che ne attestino la reale situazione patrimoniale.
Tommaso Foti (Fdi-An) ha riferito che “le famiglie coinvolte da questo provvedimento saranno solo 7-9 mila, stiamo parlando di una goccia nel mare”. Un tema, ha aggiunto, “che deve vedere protagonisti gli enti locali, oggi abbandonati a se stessi”. “Non assistiamo sempre i soliti- ha concluso- e non dimentichiamo sempre i soliti”.
“Chiediamo una legge più incisiva”. A dirlo è stata Giulia Gibertoni (M5s). Resta in sospeso, ha aggiunto, “un complessivo disegno del welfare. Un sistema di welfare che va ripensato”. Non facciamo l’errore, ha poi sottolineato l’esponente del M5s, “di naturalizzare il concetto di povertà, non deve diventare la normalità”. Infine, ha ricordato che “il problema povertà in Emilia-Romagna riguarda, in particolare, la fascia dei giovani”.
Elisabetta Gualmini, assessore alle Politiche di welfare e politiche abitative, ha chiuso gli interventi: “Istituiamo uno strumento che non esisteva, dopo due anni di lavoro, una risposta ai cittadini a fronte di un bisogno che nella nostra regione esiste”.
La commissione ha richiesto, sul provvedimento, il parere del Consiglio delle autonomie locali (Cal).
(Cristian Casali)