Dodici incontri in poco più di due giorni: questa la tabella di marcia della missione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles. Lo scopo era la creazione di un legame più stretto ed efficace con le istituzioni dell’Unione Europea in un contesto, quello post-pandemico, aggravatosi a causa del conflitto ucraino e della speculazione sulle materie prime energetiche. La delegazione era composta da Valentina Castaldini, coordinatrice dei lavori assembleari sul PNRR, dai presidenti della commissione Bilancio, affari generali e istituzionali e Politiche economiche Massimiliano Pompignoli e Manuela Rontini e dal questore Giancarlo Tagliaferri.
Le risorse che l’UE ha messo in campo per far fronte alle diverse crisi sono di carattere ordinario (attraverso il bilancio UE 2021-27) e straordinario (il programma NextGenerationEU a cui si è aggiunto più di recente il REPowerEU contro la crisi energetica). Il nuovo flusso di risorse vedrà Regioni ed Enti locali protagonisti nella programmazione 2021-2027 e coinvolti attivamente per l’attuazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR).
La missione dei consiglieri regionali emiliano-romagnoli è stata duplice: da un lato, si è trattato di presentare il lavoro svolto dalla Regione Emilia-Romagna alle Istituzioni europee e contestualmente approfondire con gli interlocutori UE lo sviluppo delle policy e della normativa UE correlate alle strategie regionali; dall’altro, elemento di novità, protagonista di questa presentazione è stata una delegazione dell’Assemblea legislativa e non della giunta, a testimonianza del percorso intrapreso in Emilia-Romagna. La missione si è focalizzata su temi quali lo sviluppo territoriale, la sostenibilità ambientale, l’innovazione digitale e le politiche sociali anche attraverso un confronto sul PNRR.
Valentina Castaldini ha commentato: “Siamo richiamati a una grande responsabilità per le sfide del futuro e lo strumento del PNRR non deve essere utilizzato invano e, quindi, è doveroso un costante confronto con la realtà. L’energia, l’ambiente, le limitazioni per la loro tutela, al di là della propaganda della giunta, per esempio nel mondo dell’Automotive, ci mettono davanti alle responsabilità e alle sfide cui accennavo. Per essere onesti con i bisogni del nostro territorio e della realtà, tutto quello che dovrà accadere entro il 2030 non collima con la concretezza di cui c’è bisogno. E noi dobbiamo sempre tenerlo a mente per tenere a cuore le grandi imprese che rappresentano questo settore nel mondo e che sono parte integrante del tessuto economico del nostro territorio emiliano romagnolo”.
Massimiliano Pompignoli si è concentrato sull’analisi del momento e con la possibilità di aggiornare gli strumenti attualmente messi in campo: “Questa missione è stata un’occasione unica e preziosa che ha rappresentato un importante momento di interlocuzione con le autorità europee alla luce della più recente crisi energetica e delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. Il PNRR, come sappiamo, è figlio della pandemia ed è nato per rispondere alla necessità impellente di programmare e finanziare la ripartenza. Oggi, però, la situazione internazionale è mutata. Questo ci impone di essere più flessibili e attenti alla natura stessa del PNRR, ragionando anche su nuove forme di utilizzo di questo strumento e su un eventuale aumento di fondi per determinate voci”.
Manuela Rontini ha specificato che “è stato importante cogliere dalla viva voce dei funzionari europei che abbiamo incontrato in questi giorni, la considerazione che c’è a Bruxelles per il lavoro che la Regione fa per attrarre risorse e metterle con tempestività a disposizione dei cittadini emiliano-romagnoli, oggi alle prese con la crisi energetica. Merito anche della competenza con cui opera la nostra delegazione permanente, guidata da Lorenza Badiello, che colgo l’occasione per ringraziare. Rientriamo con ulteriori spunti che vogliamo mettere a frutto del territorio regionale perché nel post pandemia sia ancora più forte, innovativo e solidale e, soprattutto, capace di rendere protagoniste le nuove generazioni”.
Per Giancarlo Tagliaferri, infine, la missione “ha reso evidente quanto fino ad oggi la governance dell’Unione si sia fatta cogliere impreparata dalla pandemia prima e dalla crisi energetica poi. Ora le risorse messe in campo sono importanti, ma è chiaro che siamo in rincorsa e le affermazioni sulle emissioni zero per il 2035 cozzano con la realtà per cui non sappiamo ancora bene come uscire indenni dall’inverno che abbiamo di fronte. Occorrono maggiori supporti e aiuti soprattutto ai Comuni medio-piccoli non solo col monitoraggio centrale ma anche in tutte le fasi di progettazione e poi di attuazione”.