“E’ ormai una questione nota che chi comanda all’interno del Consorzio di bonifica di Piacenza” sarebbe abituato a “rendere risposte parziali o errate, quando non a ometterle, ad atti di sindacato ispettivo proposti da soggetti istituzionali”, “come è altrettanto nota l’accondiscendenza della Regione Emilia-Romagna al riguardo”.
Prende spunto da questa riflessione un’interrogazione di Tommaso Foti (Fdi-An), dove il consigliere evidenzia, a questo proposito, un episodio che fa riferimento alla deliberazione n. 347 dell’11 dicembre 2015 con cui il comitato amministrativo del Consorzio di bonifica di Piacenza avrebbe stabilito di reiterare, per un anno, la concessione della casa di guardia in località Gallo di Fiorenzuola d’Arda, adiacente al pozzo e al capannone consortili, a un dipendente al “canone annuo simbolico di 5 euro”, richiamandosi a una deliberazione risalente ad un anno prima con cui si concedeva la stessa struttura “senza canone e per la durata di un anno” al medesimo dipendente “che vi risiedeva già da anni”.
La vicenda, e in particolare “l’esiguo canone percepito e le modalità di assegnazione dell’immobile”,- sostiene Foti- destò “l’interesse anche della stampa nazionale”, tanto che, il 18 maggio 2016, fu presentata un’interpellanza parlamentare, a cui rispose, il 28 settembre successivo, Andrea Olivero, vice ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sostenendo, tra l’altro, che “in base alle informazioni assunte dal Consorzio di Piacenza, l’immobile in questione è di proprietà demaniale ed è stato ad esso affidato per l’esercizio delle pertinenti attività istituzionali…. In tale contesto, il bene viene altresì utilizzato come alloggio di servizio del personale che esercita funzione di custodia e vigilanza del materiale e delle attrezzature ivi depositate”.
Olivero- riporta il consigliere- avrebbe poi concluso che “come precisato dal Consorzio in parola, tale ultimo impiego, oltre ad essere conforme ai propri fini istituzionali, è espressamente contemplato quale forma di retribuzione in natura, dal contratto collettivo nazionale dei dipendenti dei consorzi di bonifica. Per quanto sopra, il comitato amministrativo competente ha deciso di destinare il bene in questione, anche per il 2016, ad alloggio di servizio del proprio dipendente, individuando un canone forfettario a parziale copertura delle spese (invero esigue) sostenute dal Consorzio per il mantenimento in uso dell’immobile”.
I fatti, però,- segnala Foti- “attestano altro rispetto a quanto comunicato dal Consorzio di Bonifica di Piacenza al Governo”, infatti la risposta data dal vice ministro sarebbe risultata “datata” e “contraddetta dai fatti”, in particolare dalle decisioni assunte dal comitato direttivo del Consorzio di bonifica di Piacenza, che il 29 giugno 2016 (prima che il vice ministro rispondesse all’interrogazione) avrebbe, tra l’altro, deliberato “di richiedere la restituzione dell’immobile nei tempi previsti dall’art. 3 dell’atto di concessione in comodato gratuito“, “preso atto della nuova riorganizzazione operativa;” e “preso atto del regolamento contrattuale della concessione in comodato di locali uso abitativo in località Gallo di Fiorenzuola d’Arda e in particolare modo art. 3“.
Lo stesso Olivero, poi, nella risposta ha confermato- precisa il consigliere- che “la vigilanza sui consorzi di bonifica è di competenza delle Regioni” e, di conseguenza, “va esercitata”, “soprattutto quando si è in presenza di un comportamento altalenante del comitato amministrativo”
Foti sollecita quindi l’esecutivo regionale a esprimere un giudizio su quanto riportato e lo invita a richiamare i vertici del Consorzio di bonifica piacentino a comportamenti basati sulla correttezza amministrativa, sia per quanto riguarda la gestione dell’ente, sia per l’obbligo di “leale collaborazione” con gli organi istituzionali.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(ac)