La discussione in Assemblea legislativa che ha portato all’approvazione del progetto di legge di riforma della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, presentato da consiglieri del Pd (Roberta Mori prima firmataria), ha registrato numerosi interventi. Eccone una sintesi.
“Un compromesso dell’ultima ora e, soprattutto, un atto di necessità a tutela di un certo fortino”. Così Tommaso Foti (Fdi) sulla proposta di legge di riforma. “Il testo- ha sottolineato- doveva essere frutto di un confronto, invece è diventato una decisione della maggioranza che ripropone, nella sostanza, lo stesso copione con una commistione di compiti tra Giunta e Assemblea, senza specificare compiti e attribuzioni”.
Alessandro Cardinali (Pd) ha sottolineato il lavoro importante svolto dalla Consulta in questi anni in molti territori della nostra Regione: “Il mio territorio- ha detto- non dimentica le iniziative fatte dagli immigrati nelle nostre realtà locali. Il nostro impegno sarà quello di fare capire le possibilità e le opportunità che si aprono con questa nuova legge e sono contento che siano i consiglieri regionali a farlo”.
“Da dove nasce tutta questa fretta”, ha chiesto Andrea Bertani (M5s) alla maggioranza. “La cosa migliore e più rispettosa per tutti- ha sottolineato- è quella di tornare in commissione con gli emendamenti della maggioranza e dell’opposizione. Noi crediamo utile evitare sprechi, dirottando le competenze della Consulta ad altre strutture che già esistono, dirottando le risorse a forme di micro credito per le aziende”.
Per Gian Luigi Molinari (Pd), “l’immigrazione è un elemento storico che deve essere proiettato nel futuro. Gli immigrati, occorre ricordarlo, hanno investito nelle nostre comunità locali, mettendo risorse per case di riposo e ospedali. Il nostro attuale obiettivo, nel rapporto con le nostre comunità all’estero, è quello di privilegiare economia, rapporti commerciali, nuova immigrazione e ruolo delle Università”.
“Una proposta di legge-ha detto Paolo Zoffoli (Pd)- che eredita un patrimonio notevole. Il valore e le potenzialità della Consulta, con migliaia di iscritti e centinaia di associazioni, deve essere messo a frutto. Tutti devono mettersi in gioco per superare difetti e problematiche e bisogna prendere il testimone e la sua eredità per portarla avanti nel migliore dei modi”.
“È una discussione surreale- ha detto Galeazzo Bignami (Fi)- non si capisce se sono celebrazioni o esequie. Non ho mai percepito il ruolo della Consulta e la sua utilità e non riesco a capire la sua esistenza. Ora che si vuole riformarla, ciò mi fan ben sperare per il mio ruolo di oppositore”.
“Non dobbiamo arrivare alla facile logica di aboliamo tutto, ma- ha detto Giuseppe Paruolo (Pd)– occorre avere la forza di valutare e non di rifugiarsi in facili ironie e slogan. Questa proposta è chiara: un presidente consigliere e un vice presidente consigliere di opposizione. Ora si valuti il merito della proposta e si valutino le utilità”.
“Nei loro interventi, le opposizioni hanno minimizzato e a volte ridicolizzato il valore di un impegno e di una responsabilità che questa Regione si è sempre assunta nei confronti degli emiliano-romagnoli all’estero”: così Roberto Poli (Pd), secondo cui “ci sono 111 associazioni che non possono essere abbandonate a se stesse, individui e comunità che guardano con attenzione a quanto discute questa Assemblea”. Poli ha ricordato “l’analoga legge regionale del Veneto, dove forze politiche che qui si oppongono sanno invece riconoscere il valore culturale ed economico di questa iniziativa”.
Per Paolo Calvano (Pd) “la Consulta in questi decenni è stata utile e ha funzionato bene: in nome della Regione, ha cercato di mantenere il contatto con individui e comunità che hanno dovuto – spesso non avevano scelta – abbandonare la propria terra. Appare strano che la Destra si contraddica platealmente sul valore essenziale della Nazione”. Con questa riforma, “l’Assemblea si fa pienamente carico di una missione che dovrebbe essere largamente condivisa: la rappresentanza degli emiliano-romagnoli all’estero”.
“Massimo rispetto per chiunque abbia dovuto emigrare- ha detto Gian Luca Sassi (M5s)- ma è fastidiosa la retorica che infarcisce la proposta del Pd, nient’altro che un’operazione di marketing”. Il consigliere ha ricordato “che la Lombardia ha ben più emigrati dell’Emilia-Romagna, eppure non ha previsto una Consulta, ma attua in altre forme le sue politiche verso i lombardi sparsi nel mondo, e anche qui basterebbe assegnare gli stessi compiti a un assessorato”. Secondo Sassi, “questa vicenda fa emergere una contraddizione lampante con la sorte dell’Osservatorio sulla legalità, previsto e mai reso operativo”.
Leggendo lunghi passi della legislazione del Veneto, Nadia Rossi (Pd) ha voluto evidenziare “la contraddizione e la mancanza di coerenza dei Gruppi della lega di Forza Italia, che a nord del Po sostengono argomenti opposti a quelli dichiarati in questa sede”. Ha poi sottolineato “che la Consulta dei veneti nel mondo funziona con budget ben più elevati di quelli previsti in Emilia-Romagna: per l’anno 2014, in Veneto sono stati stanziati 895mila euro, in Emilia-Romagna meno della metà”.
Andrea Bertani (M5s) ha dato voce “alle forti e motivate critiche”, così le ha definite, “che sono state espresse dall’interno dell’attuale Consulta al progetto di riforma del Pd. Fra l’altro- ha concluso Bertani- si sono manifestati forti dubbi sul fatto che sia utile che a presiedere la nuova Consulta siano consiglieri di maggioranza e di opposizione”.
“Attiva in varie forme fin dal 1975, la Consulta ha accumulato un prezioso patrimonio di relazioni e stimoli politici”, ha affermato Igor Taruffi (Sel), “ed è sbagliato ridicolizzare tutto questo, come hanno fatto alcuni interventi, al solo scopo di conquistare un titolo di giornale. Oggi l’Assemblea si assume la piena titolarità sul futuro della Consulta ed è un fatto positivo, anche se avviene al termine di un percorso affrettato, almeno nelle sue tappe conclusive, evidenziando un deficit organizzativo nei lavori d’Aula e di commissione”.
Il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, è intervenuto a chiusura del dibattito generale sottolineando l’impegno sulla riduzione delle spese: “Dal 2010, i tagli ai costi della politica sono stati pari al 40%, un impegno che prosegue, visto che nei prossimi mesi è in programma un’ulteriore riduzione del 15%. Stiamo facendo la cosa giusta: in 43 giorni abbiamo approvato una legge che ha tagliato 15 milioni di euro sul funzionamento, abbiamo dato una dimostrazione di sobrietà. In 4 mesi, dall’insediamento della nuova Giunta, abbiamo approvato un bilancio con tagli per 84 milioni di euro. Dobbiamo riottenere credibilità politica, è la nostra sfida primaria, gli elettori non ci devono percepire come un contenitore di privilegi ma come erogatori di servizi. Il tutto attraverso la razionalizzazione e la riorganizzazione delle risorse”.
“La rappresentanza all’estero- ha concluso il presidente sulla Consulta- deve essere garantita, chi si è trasferito all’estero per lavoro o studio va rispettato, la Consulta costerà di meno, la responsabilità passerà all’Assemblea legislativa, verrà gestita dagli eletti, senza spendere un euro. I consiglieri avranno il potere di decidere, riorganizzare, risparmiare e controllare. La Giunta ha un unico interesse, dare dignità alla storia e alla cultura di coloro che hanno lasciato le terre d’origine”.