Fumata nera, in Assemblea legislativa regionale, nei primi due scrutini per l’elezione del presidente e dei due vicepresidenti della nuova Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo (quorum richiesto, i quattro quinti dell’Assemblea, cioè 40 voti a favore). L’opposizione (Ln, M5s, Fi, Fdi-An) ha deciso di non partecipare al voto, Pd e Sel hanno invece optato per la scheda bianca.
Il mancato raggiungimento del quorum rende ora necessaria una terza votazione (con la soglia richiesta che si abbassa alla maggioranza più uno dell’Aula, 26 voti a favore) che si terrà nella giornata di domani, così come previsto dal Regolamento.
La Consulta è stata riformata da una recente legge regionale (L.r. 5/2015), per la quale ai vertici dell’organismo vi saranno un presidente e un vice scelti fra i consiglieri regionali, senza indennità aggiuntive, e un secondo vicepresidente indicato fra i 15 rappresentanti della Consulta residenti all’estero.
In fase di discussione generale, Alan Fabbri (Ln), Gian Luca Sassi (M5s), Tommaso Foti (Fdi-An) e Enrico Aimi (Fi) hanno dichiarato la non partecipazione al voto del loro Gruppo ribadendo, in sostanza, “l’inutilità dell’organismo”. In particolare, Foti ha lamentato “inadeguatezze in ambito procedurale”, rimarcando “lacune relativamente alla comunicazione in commissione e carenze sul metodo seguito”. Per il consigliere, “l’organismo nasce zoppo, deve essere disciplinato con più attenzione”.
Roberta Mori, presidente della commissione Parità e diritti, competente per quanto riguarda la Consulta, e Stefano Caliandro, capogruppo Pd, nel ringraziare i precedenti vertici della Consulta, in particolare la presidente Silvia Bartolini, per il lavoro svolto, hanno ribadito la volontà di “proseguire il confronto con le minoranze” in vista del voto di domani, sostenendo che “la Consulta deve essere rappresentativa di tutti”.
(cr)