Scuola giovani e cultura

Contrasto a bullismo e cyberbullismo, non passa il progetto di legge della Lega

Stragliati: “La regione è prima in Italia per indice di criminalità minorile, la violenza tra i giovani è in aumento. Dalla maggioranza preclusione ideologica”. Pillati (Pd): “Questa legge non serve, gli strumenti ci sono già e la Regione non ha mai sottovalutato il problema. Facciamo insieme un passo avanti”

Non è passato, in Assemblea, il progetto di legge per prevenire e contrastare bullismo e cyberbullismo presentato dalla Lega (prima firmataria Valentina Stragliati). Il progetto, in otto articoli, prevedeva un pacchetto di misure di contrasto al bullismo e al cyberbullismo da attuare con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, interventi improntati al rispetto fra i giovani per interrompere ogni tipo di violenza, fisica o digitale.

Stragliati ha esordito citando i numeri episodi di criminalità che coinvolgono i giovani della nostra regione: risse, appuntamenti sui social, sindaci che arruolano guardie per la sicurezza in riviera, a Bologna e in tutta la regione per frenare l’escalation di ferimenti e aggressioni. “La criminalità minorile è in crescita – ha ricordato la consigliera – come è stato detto all’inaugurazione dell’anno giudiziario e l’Emilia-Romagna ha il più alto indice in Italia”. In regione, il 6,5% dei minorenni è in una baby gang, commette vandalismi e aggressioni a coetanei e si registrano migliaia di denunce: “Questo progetto di legge vuole prevenire le azioni criminali e proteggere la crescita sociale e psicologica di soggetti fragili. La Lega indica una nuova fattispecie legislativa per interrompere il circuito della violenza verbale, fisica e digitale”.

Il bullismo, ha proseguito la consigliera del Carroccio, “è un comportamento di aggressione e prevaricazione esercitata da bambini o ragazzi definiti bulli nei confronti di coetanei più deboli ed è collegato alle baby gang, con prepotenze continuate nel tempo. Il fenomeno è in continua evoluzione e quindi è necessario regolarlo. I giovani di oggi assorbono tutte le novità digitali spesso senza saper scindere i comportamenti ammissibili da quelli problematici, sviluppando un uso distorto e improprio. E durante la pandemia il cyberbullisimo è cresciuto”. I dati di piattaforme anti bullismo registrano campanelli di allarme “ed è necessario uno sforzo per una comunicazione diffusa a tutta la comunità scolastica per far sapere cosa si sta facendo. Dovrebbe esserci un referente per lotta a cyberbullismo, come raccomandato anche dal garante per l’infanzia e l’adolescenza nel 2021”.

La Lega ritiene opportuno l’aspetto repressivo ma anche e soprattutto quello preventivo. Per questo proponiamo: campagne di sensibilizzazione per gli studenti e le loro famiglie sulla gravità del fenomeno e sulle conseguenze, iniziative culturali e sportive sul tema della legalità e sull’uso consapevole di internet, organizzazione di corsi di formazione per il personale educativo, attivazione di programmi di sostegno dei minori, coinvolgimento delle associazioni del territorio e programmi di recupero per gli autori di reato. I soggetti beneficiari delle risorse da mettere a disposizione dovrebbero essere Comuni, istituzioni scolastiche e formative, associazioni, istituti penitenziari e soggetti del terzo settore, perché è opportuno fare rete. Proponiamo, inoltre, uno stanziamento iniziale di 300mila euro, in via sperimentale, da adeguare in base all’andamento della legge, l’istituzione di un osservatorio regionale su bullismo e cyberbullismo e una clausola valutativa annuale per monitorare la normativa”.

Il pdl è stato firmato anche dai colleghi di leghisti Matteo Rancan, Fabio Rainieri, Emiliano Occhi, Gabriele Delmonte, Maura Catellani, Stefano Bargi, Simone Pelloni, Daniele Marchetti, Michele Facci, Fabio Bergamini, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli e Matteo Montevecchi.

Marilena Pillati (Pd) ha ringraziato Stragliati per questo pdl che sottolinea le caratteristiche del bullismo, la sua evoluzione e l’aggravamento. “Ma la Regione – ha scandito la consigliera dem – non lo ha mai sottovalutato e ha agito con la legge 14 del 2008 sulle politiche per le giovani generazioni. Non c’è una norma specifica, ma è una scelta politica precisa per non frazionare aspetti complessi e correlati. Nei piani di attuazione ci sono misure specifiche che possono modificarsi in base alle esigenze e che contemplano già ciò che il pdl della Lega propone. Possono essere finanziati progetti di Comuni, per lo sport, delle parrocchie. Ci sono riferimenti espliciti al contrasto al bullismo e al cyberbullismo, in ambito scolastico ed extrascolastico” Pillati ha citato altre norme regionali che intervengono sui giovani e sul rispetto della legalità auspicando “di fare insieme un passo avanti con gli strumenti che la Regione mette a disposizione”.

Emiliano Occhi (Lega) ha parlato della “escalation di violenza minorile a Parma. Serve un contributo ulteriore, perché non c’è coordinamento tra le diverse strutture del sistema regionale. Famiglia, scuola e altre attività non riescono a compensare le carenze dei giovani e a tenerli occupati. La repressione della polizia dà risultati, ma occorre lavorare sul lungo periodo. Il fenomeno c’era già anni fa – in scuole e caserme – ma oggi si è ampliato e sfugge al controllo della istituzioni classiche”.

Federico Amico (ER Coraggiosa) ha detto di “non vedere la necessità di una legge ad hoc. Dico no al controllo dei ragazzi, che invece vanno accompagnati a un uso consapevole degli strumenti tecnologici. La Regione è presente, e penso al programma Youz, per aiutare ragazzi a identificare le loro necessità. Occorre integrare i servizi e usare gli strumenti che mettono in contatto i giovani, creare diverse modalità di interazione”.

Stragliati ha replicato a Pillati e Amico sostenendo che “voi dite che le leggi ci sono ma qualcosa non va se l’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia per baby gang e con l’indice più alto di criminalità minorile. Al consigliere Amico ricordo che non c’è alcun tentativo di sudditanza psicologica verso i giovani. Da parte della maggioranza c’è una preclusione di tipo ideologico”.

(Gianfranco Salvatori)

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