La commissione Cultura, scuola formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Giuseppe Paruolo, ha approvato il programma 2016-2018 per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, la solidarietà internazionale e la promozione di una cultura di pace. Hanno votato a favore del documento i gruppi Pd, Sel e M5s, mentre ha votato contro il gruppo Fdi-An.
In un contesto globale sempre più interconnesso – come ha evidenziato una dirigente della Regione – i fenomeni migratori di massa richiedono un cambiamento dell’approccio alla cooperazione allo sviluppo. Dall’Unione europea e dal Governo arrivano sollecitazioni per la partecipazione del privato e delle imprese a progetti di sviluppo e cooperazione internazionali in Paesi dove sia possibile, con l’aiuto delle organizzazioni non governative, avviare la creazione di filiere di produzione artigianale o agricola. La Regione, pertanto, intende porsi come soggetto attivo nel partenariato internazionale in una logica di governance multilivello che mette al centro la collaborazione degli enti locali e degli altri soggetti pubblici e privati del territorio regionale. Le aree strategiche nelle quali concentrare gli interventi sono: area Adriatico-Ionica, area di Vicinato (Mediterranea, Mediorientale, Orientale e Caucasica), Africa Sub-sahariana e Asia Centro meridionale. Le risorse finanziarie previste per il programma triennale ammontano a circa 1 milione all’anno.
Per Silvia Prodi (Pd) gli indirizzi triennali per la programmazione internazionale in materia di cooperazione internazionale contengono novità importanti: dall’adozione dell’Agenda 2030 “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni unite al ruolo della Regione e delle sue politiche d’eccellenza nel settore, come ad esempio quelle a favore del popolo Saharawi. “L’auspicio- ha concluso la consigliera- è che ci siano fondi adeguati per gli interventi e pieno riconoscimento degli attori del settore, mentre la sfida è creare un sistema regionale efficiente anche attraverso il coinvolgimento delle università e del mondo della formazione”.
(Luca Govoni)