In contesto tecnologico in continua evoluzione, dove il digitale la fa da padrone, anche la televisione è chiamata a ridefinire i propri spazi, in quanto le nuove piattaforme saranno sempre più condizionate dall’intelligenza artificiale. La televisione del futuro, quindi, sarà sempre più orientata a offrire contenuti personalizzati a misura dell’utente. L’offerta delle tv generalista, però, specie del servizio pubblico, dovrà fare i conti con gli utenti deboli, anziani in testa. È lo scenario emerso dall’incontro sul futuro della televisione nella fase della transizione digitale organizzato a Bologna dal Corecom dell’Emilia-Romagna. Da qui il monito di Giancarlo Mazzuca, presidente del Corecom dell’Emilia-Romagna: “Giusto sostenere l’innovazione tecnologica ma all’interno di regole chiare per evitare di incrinare il pluralismo e ledere la democrazia”.
I lavori sono stati aperti dalla relazione di Antonio Sassano, docente all’Università di Roma La Sapienza, a cui hanno fatto eco Stefano Ciccotti, in rappresentanza della Rai, e Sandro Costa, per Mediaset, che hanno posto l’accento sul tema della televisione universalistica. “Al centro – ha spiegato Ciccotti – mettiamo le famiglie, molte delle quali non possono dotarsi di questi nuovi strumenti tecnologici. Il vecchio digitale tiene ancora e per tante persone serve ancora il telecomando come lo conosciamo. Il servizio pubblico deve essere per tutti, perché sono ancora tanti gli italiani utilizzano la piattaforma tradizionale”. “Per i cambiamenti tecnologici, riferendosi anche al passaggio tra il digitale DBV-T e quello DBV-T2 – ha spiegato Costa – serve molto tempo e le famiglie devono essere tutelate. Non possiamo negare che ci siano differenze evidenti sull’utilizzo del mezzo tra giovani e anziani, tanto che a noi interessa raggiungere tutti e accontentare tutti. Per questo avremo una televisione sempre più ibrida, con un’offerte sempre più allargata”. Entrambi hanno puntualizzato che l’intento, come già accade per queste due grandi emittenti, è quello di coprire tutti i canali telematici in uso (digitale, satellite, rete ecc.). Rai e Mediaset hanno già pronte le strutture per il passaggio al nuovo digitale (DBV-T2) che dovrebbe avvenire per una parte dei canali già da settembre.
Gianfranco Giardina, di DDay (quotidiano online di riferimento nel mondo dell’high-tech), ha tracciato il quadro della situazione italiana riguardo al digitale terrestre: “Il passaggio al nuovo digitale terrestre è complicato, in quanto a non essere pronte sarebbero ancora quasi 2 milioni di famiglie. Con tutta probabilità, quindi, avverrà in modo completo non prima di due o tre anni”. La necessità del mercato, quindi, resta quella di non abbandonare la televisione che conosciamo oggi, soprattutto generalista, che, però, sarà sempre più interconnessa alle nuove tecnologie (compresi social e videogiochi).
Giovanni Zorzoni, presidente dell’Associazione italiana internet provider, ha posto invece l’accento sul tema degli interessi stranieri in Italia: “Si impoverisce l’economia se tutto passa da terzi (aziende estere) È importante, quindi, che le aziende italiane si coalizzino, perché dobbiamo controllare le nostre infrastrutture e costruire un’industria del digitale italiana. In una parola, dobbiamo fare sistema”.
Per Gianluca Mazzini, direttore generale di Lepida, “servono tempi certi, in Italia le date non sono mai definitive”.
Le conclusioni sono state affidate a Ugo Ruffolo, docente, esperto di comunicazione, dell’Università di Bologna, che ha parlato di quelli che potrebbero essere i problemi con l’utilizzo delle nuove tecnologie: “L’utente oggi non solo sceglie i contenuti ma spesso li fornisce. Temo, però, una diffusione sempre maggiore di materiale non controllato, non veritiero. Con l’utilizzo di algoritmi c’è poi il rischio che ogni piattaforma proponga all’utente i contenuti che vuole, questo a scapito di un modello pluralista, servono quindi regole chiare per tutti gli attori coinvolti”.
L’incontro è stato moderato da Giorgio Tonelli, vicepresidente del Corecom dell’Emilia-Romagna.
(Cristian Casali)