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Coronavirus. Lega: “registrate più morti in regione tra chi ha assunto farmaci antimalarici?”

Con un’interrogazione, primo firmatario Simone Pelloni, il Carroccio chiede alla Giunta “di puntare, sempre per i malati di Covid, sulla terapia con trasfusioni di plasma iperimmune”

“Anche in Emilia-Romagna si è registrata una mortalità più elevata nei pazienti sottoposti a somministrazioni di clorochina o idrossiclorochina?”. A chiedere chiarimenti alla Giunta regionale sull’utilizzo di questi trattamenti per curare il Covid-19 è la Lega con un’interrogazione, primo firmatario Simone Pelloni. L’atto è stato sottoscritto anche da Michele Facci, Daniele Marchetti, Valentina Stragliati, Emiliano Occhi, Maura Catellani, Stefano Bargi, Fabio Bergamini, Matteo Rancan, Andrea Liverani, Matteo Montevecchi, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte e Massimiliano Pompignoli. Da un recente studio scientifico, si legge nell’atto, “è emerso che i pazienti ricoverati in ospedale con il Covid-19 e curati con clorochina o idrossiclorochina hanno probabilità di morte significativamente più alta rispetto a chi non è stato curato con l’antimalarico e il suo derivato”. I due farmaci, si rimarca poi nel documento, “aumentano significativamente anche le probabilità che il paziente sviluppi aritmia, che può portare a morte per arresto cardiaco improvviso”. Per chi ha ricevuto idrossiclorochina, rilevano quindi i consiglieri del Carroccio citando lo studio, “il rischio di morte è aumentato del 34 per cento e del 137 per cento quello di avere una aritmia grave. A chi è stata somministrata idrossiclorochina associata a una terapia antibiotica le percentuali sono ulteriormente aumentate, passando rispettivamente al 45 per cento e al 411 per cento”. Pelloni e colleghi chiedono quindi all’esecutivo regionale “se in seguito a queste evidenze cliniche e scientifiche si ritenga di puntare, sempre per i malati di Covid, sulla terapia con trasfusioni di plasma iperimmune”.

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