Coronavirus. Manghi: così riparte lo sport non professionistico

Stiamo lavorando per avere modalità uniche e condivise per l’attività sportiva non professionistica e amatoriale, al fine di omogeneizzare i tanti diversi protocolli di questi mesi. Dobbiamo capire come risolvere il tema degli accessi agli impianti perché non si debba produrre un eccesso di documenti. Il tutto tenendo ben presente l’importanza della sicurezza sanitaria negli impianti e soprattutto negli spogliatoi: mantenere la distanza di due metri invece che di uno è molto complesso”. Così Gianmaria Manghi, Capo della segreteria del Presidente della Regione, interviene sul futuro dello sport non professionista nell’epoca del Coronavirus. Manghi, audito questa mattina nel corso della Commissione Cultura presieduta da Francesca Marchetti, spiega che servono norme molto chiare su come affrontare il caso di un ragazzo o di un bambino positivo al Covid-19 in una squadra o in un gruppo sportivo. Fra le altre prescrizione, Manghi ricorda come sia possibile riallestire i ‘palloni pressostatici’ dove si fanno molte attività sportive a patto che ci sia una corretta circolazione dell’aria. Fra le criticità da risolvere anche quella relativa agli spazi precedentemente occupati da attività sportive e ora destinati alle scuole per garantire il distanziamento sociale fra i banchi. “La nostra è una Regione attentata ai territori e anche al tempo libero dei nostri ragazzi”, spiega la presidente Marchetti, che invita a lavorare per la ripresa della normalità delle attività scolastiche e sportive giovanili. Dal canto suo Valentina Castaldini (Fi) invita la Giunta a fare i testi sierologici anche a chi è a contatto con i ragazzi nelle attività sportive pomeridiane, mentre Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) e Massimo Iotti (Pd) plaudono all’attività della Giunta per come sta affrontando la ripresa dello sport dei giovani. “