Sanità e welfare

Lisei (Fdi): “I medici di famiglia devono poter assicurare le cure domiciliari”

Nell’interrogazione si chiede alla Regione di convocare un tavolo per arrivare a un protocollo dopo che il Consiglio di Stato ha accolto un ricorso del ministero della Salute e dell’Aifa che stabilisce come i camici bianchi possono solo somministrare “antinfiammatori e parecetamolo”

La Regione convochi un tavolo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta “per un confronto e un approfondimento sulle cure domiciliari che ad oggi si sono dimostrate significativamente efficaci, in termini di riduzione delle ospedalizzazioni e di numero dei decessi, al fine di valutare con urgenza un aggiornamento dei propri protocolli sanitari relativamente alla gestione domiciliare dei pazienti affetti da SARS-COV-2”.

La richiesta è del consigliere Marco Lisei (Fratelli d’Italia), che vuole sapere se la Giunta intenda chiedere chiarimenti “in merito alla decisione del ministero della Salute e di Aifa (Agenzia del farmaco) di presentare ricorso contro l’ordinanza 1557/21 del TAR emanata in data 4 marzo”. Inoltre, scrive Lisei, la Regione dica se intenda “farsi promotrice presso il Governo affinché vengano urgentemente aggiornati i protocolli e le linee guida nazionali riguardanti l’assistenza domiciliare precoce alla luce delle esperienze e dei dati acquisiti in questi mesi”.

La battaglia giuridica, ricorda Lisei, è cominciata con il ricorso al TAR, poi accolto, dei medici del “Comitato Cura Domiciliare Covid-19”  contro il ministro della Salute e Aifa. I due enti avevano disposto che i camici bianchi avrebbero dovuto restare in “vigilante attesa” di fronte a un paziente Covid e somministrare solo fans (antinfiammatori) e paracetamolo. La Salute e Aifa avevano presentato un ricorso che il Consiglio di Stato aveva accolto.

Lisei sottolinea l’importanza delle cure domiciliari immediate che hanno evitato l’aggravarsi della malattia, i ricoveri ospedalieri e i decessi. I medici, conoscendo i loro pazienti e il territorio, e collaborando con le Usca, svolgono un ruolo fondamentale “nella gestione della malattia fin dal suo primo insorgere attraverso un adeguato monitoraggio dei sintomi e, se necessario, mediante la somministrazione di tempestive cure personalizzate”. Le ragioni del ministero della Salute, conclude il consigliere, “appaiono incomprensibili”, anche perché il Senato aveva chiesto al Governo di preparare “un protocollo unico nazionale per regolamentare e ampliare le cure domiciliari contro il Covid-19”.

(Gianfranco Salvatori)

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