Ampliare a tutti i livelli le risorse per il sostegno della cultura, in particolare al fine di favorire un’adeguata transizione digitale dello spettacolo dal vivo.
A chiederlo, in un’interrogazione, Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che ricorda come come “durante la pandemia, a teatri chiusi, chi opera nello spettacolo dal vivo ha utilizzato tutte le risorse a propria disposizione per essere online e continuare a esistere, a fare cultura, ad arricchire il patrimonio della regione. Con la riapertura dei teatri, le stesse risorse sono state di nuovo destinate all’attività culturale dal vivo a favore della comunità, impegno fondativo di queste realtà. Ipotizzare di mantenere anche le attività online, proseguendo il percorso verso la digitalizzazione iniziato con la pandemia, comporta un aumento considerevole del lavoro e l’acquisizione di nuove competenze. Senza investimenti ulteriori, è inevitabile il ricorso a un approccio dilettantistico alla materia, con il rischio di disperdere i buoni risultati ottenuti negli ultimi due anni”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere se l’amministrazione regionale intenda “fare proprie le proposte di Federculture, operando all’interno della Conferenza Stato-Regioni affinché la legge statale in materia trovi piena applicazione e venga ripristinata la legge 208/2015, con l’obiettivo di ampliare, anche a livello regionale, la disponibilità di risorse volte al sostegno della cultura e se, nella definizione del Piano triennale regionale per la legge 13/1999, gli indirizzi di transizione digitale dello spettacolo saranno sostenuti con un incremento delle disponibilità economiche per favorire un approdo qualitativamente adeguato alle nuove tecnologie ed evitare un ‘fai da te’ poco attraente per il pubblico”.
Federico Amico, inoltre, chiede “se nella definizione del Piano triennale per la legge 13/1999 la sollecitazione a ricorrere all’Art Bonus stenga in considerazione che la sua accessibilità è riservata ai soli soggetti finanziati dal Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), con l’esclusione di una moltitudine di altri soggetti che arricchiscono il territorio regionale con proposte artistiche di qualità e dinamicità importanti e se, per favorire le attività di fundraising, vi sia in previsione di promuovere un database di mecenati e aziende che desiderano investire in cultura, a cui i soggetti finanziati possano accedere per proporre a queste realtà i propri progetti”. Poi ancora: “La Regione intende promuovere, anche attraverso l’impiego di enti di cui è proprietaria,
e coordinare un sistema di azioni volte a raccogliere e redistribuire risorse provenienti dall’Art Bonus aggiuntive a quelle già raccolte dai soggetti titolati, per sostenere ulteriori beneficiari che non possano farvi ricorso? Come si intende declinare e conciliare il richiamato protagonismo di ATER in relazione all’esistenza di numerosi teatri comunali e non solo, che non ricorrono ai servizi erogati dalla Fondazione, ma si avvalgono di interessanti collaborazioni cresciute negli anni al di fuori di suddetto circuito?”.
(Luca Molinari)