Riscoprire l’attualità dei principi e del metodo pedagogico del maestro Alberto Manzi e cercare di farli conoscere alle nuove generazioni. È questo uno dei principali spunti emersi alla presentazione dell’iniziativa Alberto Manzi. L’attualità di un maestro, ciclo di sei puntate che Rai Cultura e Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna hanno co-prodotto per riproporre alle scuole italiane l’approccio didattico del maestro che insegnò l’italiano agli italiani. Le trasmissioni sono state girate da poche settimane nel centro documentazione e archivio intitolato a Manzi, ospitato dal 2007 nel Parlamento regionale, e andranno in onda su Rai scuola da lunedì 16 settembre (alle 19,30 la prima puntata sul canale 146 del digitale terrestre), pur rimanendo sempre a disposizione del pubblico anche sulla piattaforma online Rai play.
All’incontro hanno partecipato Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa, Gianfranco Noferi, vicedirettore Rai cultura e responsabile Rai scuola, Leonardo Draghetti, direttore generale dell’Assemblea legislativa, Alessandra Falconi, responsabile del centro Alberto Manzi e conduttrice delle trasmissioni e Massimo Manzi, giornalista e figlio del maestro.
“Osservare, guardare e ascoltare: su questo Manzi basava il suo innovativo metodo pedagogico, che puntava a valorizzare lo sviluppo e la crescita intellettuale dei suoi allievi”. Così Saliera sulla figura del maestro, che ha poi citato una delle frasi simbolo di Manzi: “Non lasciatevi mai addomesticare, ma siate sempre padroni di voi stessi”.
Alle parole della presidente hanno fatto eco quelle di Gianfranco Noferi, che ha voluto sottolineare il ruolo del servizio pubblico nel promuovere l’iniziativa, aggiungendo che l’approccio del maestro ha ancora molto da insegnare al nostro tempo, oggi più che mai artificiale e virtuale. Inoltre, continua il vicedirettore Rai Cultura, “ciò che interessava soprattutto Manzi era che il bambino ponesse domande giuste, senza fossilizzarsi troppo su una risposta giusta o sbagliata. Abbiamo molto da imparare da questo metodo”.
Massimo Manzi, figlio del maestro, ha poi ricordato la figura paterna e voluto ringraziare il servizio pubblico e il centro Manzi, definito un autentico “laboratorio”, per l’attenzione ricevuta sulla scia della fiction Rai Non è mai troppo tardi (2014), che ha ripreso il nome dell’omonimo programma televisivo condotto da Manzi negli anni Sessanta sulla Rai, programma che diffuse il suo metodo a migliaia di analfabeti permettendo loro di imparare a leggere e scrivere.
“Un progetto rivolto soprattutto alle nuove generazioni, che ci consente di intercettare le esperienze di altri docenti e maestri di tutta Italia e proiettare il brand anche in chiave internazionale”. Questo il pensiero di Leonardo Draghetti nell’evidenziare la caratura dell’iniziativa, che “fa del Parlamento regionale il punto di riferimento per intercettare e sostenere le esperienze di altri docenti dal profilo nazionale”.
Infine la conduttrice delle puntate, Alessandra Falconi, ha lanciato una sfida al personale scolastico di oggi: “Le maestre e i maestri devono vedere i bambini come opportunità e saperli valorizzare. Se, attraverso il nostro progetto, siamo riusciti a trasmettere la passione di Manzi, vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro”.
(Nicoletta Pettinari)