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CULTURA. CONSERVAZIONE PATRIMONIO, MAPPATURA LUOGHI E PERCORSI REGIONALI, INIZIATIVE E ATTIVITA’ DIDATTICHE, COMMEMORAZIONI: APPROVATA LA LEGGE SULLA MEMORIA DEL NOVECENTO

—RIPETIZIONE CON TITOLO CORRETTO (MEMORIA E NON MEMORIE DEL NOVECENTO)— Via libera dell’Assemblea legislativa. La Regione Emilia-Romagna riconosce la memoria e il ricordo degli eventi che hanno segnato la storia del XX secolo quale elemento di rilevante valore sociale, educativo e formativo della comunità regionale. Il ruolo delle donne. Approvato all’unanimità un ordine del giorno per “ottenere la desecretazione dei documenti relativi alle stragi degli anni ’60, ’70 e ‘80”

Con il sì di Pd e Sel e l’astensione di Ln, M5s, Fi e Fdi-An,l’Assemblea legislativa regionale ha approvato il progetto di legge d’iniziativa della Giunta ‘Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna’.

Con questa legge, la Regione Emilia-Romagna riconosce la memoria e il ricordo degli eventi che hanno segnato la storia nel corso del Novecento quale elemento di rilevante valore sociale, educativo e formativo della comunità regionale, per la creazione di una memoria collettiva e di un’identità comune.

Chiariti i riferimenti ai “principi costituzionali e ai valori fondativi dell’Unione europea”, vengono definite le fondamenta della legge: “Memoria, storia e luoghi della memoria”. In particolare, per Memoria si intende “il processo di elaborazione socio-culturale che consente il recepimento e la rievocazione degli avvenimenti del passato, attraverso operazioni di raccolta e conservazione del patrimonio, attività divulgative e didattico-formative, iniziative culturali mirate a mantenere viva la conoscenza di fatti accaduti nel territorio regionale e degli uomini e delle donne emiliano-romagnoli rilevanti per la storia del Novecento, con particolare riferimento al primo e al secondo conflitto mondiale, alle grandi trasformazioni sociali, all’emigrazione emiliano-romagnola nel mondo, al colonialismo, all’avvento e alla caduta della dittatura fascista, all’antifascismo, alla deportazione e allo sterminio nei campi di concentramento nazisti e fascisti, alla resistenza e alla liberazione, all’esodo giuliano-dalmata-istriano, alla violenza che ha accompagnato alcuni passaggi politici cruciali del secolo scorso, alla ricostruzione post-bellica e alla nascita della Repubblica, alla discussione e all’approvazione della Costituzione, ai totalitarismi, agli eccidi di tutte le matrici politiche, al terrorismo e alle stragi”.

Inoltre, si dà particolare risalto alla valorizzazione dei percorsi regionali legati ai luoghi della memoria, finalizzati anche alla promozione del patrimonio culturale del territorio regionale, oltre al sostegno alla realizzazione di strumenti informatici dedicati alla memoria del Novecento. E ancora, la conservazione, il restauro, la valorizzazione di materiali e documenti e di quei luoghi della memoria che si qualificano per la presenza di un patrimonio archivistico, librario o museale, accessibile al pubblico, nel quale si svolga un’attività continuativa di ricerca e di divulgazione e la realizzazione di azioni culturali. Altrettanto importante saranno il censimento e la mappatura, a cura dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, dei luoghi della memoria.

E grande attenzione è posta su ciò che le donne hanno compiuto e rappresentato nella storia del Novecento.

Inoltre, con la nuova legge vengono riconosciuti il ruolo e l’attività svolta dagli Istituti storici presenti sul territorio regionale associati o collegati alla rete dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli) e assegna all’Istituto per la storia e le memorie del Novecento Parri Emilia-Romagna il ruolo di coordinamento. Viene affermato il lavoro svolto dalle istituzioni culturali che a vario titolo gestiscono i luoghi della memoria. Si attesta inoltre l’impegno portato avanti dalle associazioni partigiane e dalle associazioni combattentistiche e reducistiche.

La Regione partecipa poi all’organizzazione di cerimonie e di iniziative di ricordo, promuove e sostiene le attività di diffusione e conoscenza degli avvenimenti connessi a tutte le festività di commemorazione, iniziative di studio e percorsi didattici nelle scuole, oltre agli itinerari storico-didattici.

Emendamenti e ordini del giorno

Sei emendamenti e un subemendamento approvati portano la firma della relatrice di maggioranza, Valentina Ravaioli (Pd), sulla “promozione di iniziative culturali, didattiche e formative rivolte alla popolazione, con particolare riguardo alle giovani generazioni”, sulla “valorizzazione del territorio regionale, anche attraverso i viaggi della memoria” e sul “ruolo delle associazioni nazionali dei deportati e degli internati politici e militari”. Accolto anche un emendamento a firma Antonio Mumolo e Stefano Caliandro, consiglieri del Pd, sulla “gestione del patrimonio documentale archivistico e sulla valorizzazione dei luoghi della memoria”. Respinti tre emendamenti e un subemendamento del M5s, a firma Andrea Bertani e Giulia Gibertoni; approvato un subemendamento M5s attraverso il quale si sottolinea che “la nascita della Repubblica è stato conseguente a un referendum istituzionale”. Respinto anche un emendamento della Ln, a firma Fabio Rainieri, Matteo Rancan e Andrea Liverani,e un subemendamento a firma Tommaso Foti (Fdi-An). Tredici gli emendamenti non accolti a firma Enrico Aimi e Galeazzo Bignami di Fi, uno invece accolto per correggere un errore formale.

Approvato, infine, un ordine del giorno, a firma Antonio Mumolo (Pd), per ribadire “la promozione e il sostegno del progetto ‘Pietre d’inciampo’, dell’artista tedesco Gunter Demnig, “per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale regionale, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazista”.

Accolto, con voto unanime, anche un secondo ordine del giorno a firma Andrea Bertani (M5s), sottoscritto successivamente da consiglieri del Pd, della Ln, di Sel e di Fdi-An, attraverso il quale si impegna la Giunta a “farsi promotrice, presso il Governo e il Parlamento, di iniziative dirette a ottenere la desecretazione dei documenti relativi alle stragi degli anni ’60, ’70 e ‘80”.

Infine, respinti due ordini del giorno, il primo a firma Matteo Rancan, Fabio Rainieri, Andrea Liverani Marco Pettazzoni del Gruppo Ln, Enrico Aimi di Fi e Tommaso Foti di Fdi-An, in cui si chiedeva di “monitorare con la massima attenzione l’attività dell’Istituto Parri”. Il secondo atto non accolto, a firma Tommaso Foti (Fdi-An), Galeazzo Bignami ed Enrico Aimi di Fi e Matteo Rancan (Ln), sulla “memoria condivisa” in cui si sollecitava “l’individuazione, in collaborazione con gli istituti storici, dei luoghi dove, a guerra conclusa, vennero massacrate persone colpevoli unicamente di essere odiate dai propri carnefici”.

(A seguire, il comunicato sul dibattito in Aule e gli interventi dei consiglieri)

(cr)

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