“La primavera della cultura”. Così ha definito la ripresa delle attività culturali in tutta la Regione, Mauro Felicori, assessore alla Cultura e al paesaggio, in una informativa in commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti.
Per dare un’idea del fermento, Felicori ha esordito scandendo i numeri di quello che ha indicato come un “risveglio grazie anche all’allentamento delle restrizioni”: sul portale della Regione ci sono già 600 eventi e 40 rassegne e ogni giorno arrivano le segnalazioni di 150 eventi. E ancora: “Tutti i principali festival estivi sono confermati- ha affermato- a partire da Emilia-Romagna Festival. E sono stati recuperati anche quelli sospesi in primavera come Traiettorie, a Parma”. Purtroppo, secondo Felicori, resta il limite di “mille persone all’aperto e l’occupazione del 50% deposti nei luoghi chiusi. Confidiamo che con la zona bianca cadano anche queste restrizioni e si lascino soltanto il distanziamento e l’uso della mascherina”.
Grazie alla legge regionale 37, sono aumentate le domande per partecipare ai bandi da parte di Comuni, Unioni di Comuni e associazioni, arrivando a 76 contro le 69 del 2020. Le associazioni sono salite da 247 a 319: “Resta il problema del cinema, perché solo il 60% delle sale ha riaperto. Ma una grande spinta arriverà dalle arene estive, che stanno riaprendo in tutto il territorio”. Ma anche la produzione cinematografica è in fermento: le case di produzione che decidono di produrre in Emilia-Romagna sono 41 contro le 33 del 2020 (cioè i progetti approvati) mentre le case di produzione emiliano-romagnole hanno proposto 59 opere contro le 27 del passato.
L’assessore, inoltre, ha posto un punto politico: evitare che le innovazioni create durante l’epidemia regrediscano allo stato precedente. Le innovazioni vanno consolidate e sviluppate. “Sento roboanti dichiarazioni tipo ‘nulla sarà più come prima’- ha detto- ma molti desiderano un ritorno al passato”. Usando come esempio le biblioteche digitali, Felicori ha sottolineato che “saranno il futuro del sistema. Ad oggi, ci sono 37mila utenti, significa che c’è un margine di crescita enorme. La biblioteca tradizionale va liberata da incombenze fisiche come il prestito dei libri per diventare un luogo di incontro, di educazione permanente, di inclusione sociale”.
Anche musei e teatri debbono avvalersi delle possibilità date dallo strumento digitale. “Sono stato criticato- ha commentato l’assessore- perché dicevo che i musei erano pigri poiché potevano usare di più lo streaming. Ora è iniziata la stagione del museo che usa nuove tecnologie per comunicare cultura. Le mostre di Dante sono un tentativo. I musei di Reggio Emilia sono pensati in questa chiave. Il Pnrr offre, per la digitalizzazione e la cultura, occasioni enormi”. Per i teatri, che hanno continuato a lavorare in modo digitale, in tanti dicono che “nulla è emozionante come uno spettacolo dal vivo da fruire stando vicini”. Togliere lo streaming, però “sarebbe sbagliato: sì alla musica dal vivo per chi può andare a teatro, ma un concerto della Toscanini deve poter essere ascoltato in qualsiasi parte nel mondo. E nel futuro questa modalità sarà anche fonte di reddito”.
Secondo Francesca Maletti (Partito Democratico) “è importante che riprendano le attività e che tanti soggetti pubblici e privati siano in azione. Positivo l’impatto della legge 37 che ha aumentato le domande di Enti locali e associazioni, anche se c’è il rischio di dare contributi più bassi. La cultura permette alle comunità di tornare a vivere, rigenera l’animo e lo spirito ed è elemento di socializzazione. Infine, la digitalizzazione, che va finanziata, non ci deve far tornare indietro”.
Federico Amico (ER Coraggiosa) si è detto d’accordo con l’assessore che “non si deve tornare al passato. L’auspicio è che la ripartenza sia utile anche per i lavoratori dello spettacolo e che possano trovare spazi di lavoro. Dobbiamo stimolare il governo (grazie al Pnrr) per modificare gli ammortizzatori sociali di queste persone che vivono un lavoro frammentario, precario. Devono avere una tutela maggiore rispetto a quanto vissuto in periodo di restrizioni”. Positiva la digitalizzazione, secondo Amico, che consente di arrivare a platee più ampie. La transizione va accompagnata formando il pubblico in modo che sia in grado di gestire i prodotti che arrivano sulle piattaforme. Purtroppo il consumo culturale in Italia è correlato all’economia della persona: chi ha di più usa prodotti culturali, chi ha meno, ha possibilità ridotte”.
Infine, Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha commentato che “la ripresa genera la possibilità di ripensare a proposte culturali per le nuove stagioni e di dare aiuto ai lavoratori del comparto in difficoltà. La pandemia è stata l’occasione per riflettere sul nostro modo di fare cultura, ma deve essere anche l’occasione per fare e comunicare cultura in modo diverso, anche attraverso le nuove tecnologie. E l’Emilia-Romagna Festival ha scelto di rappresentarsi anche in streaming. Un’esperienza che consente di avere un pubblico più ampio e dà un senso al lavoro di chi opera nel settore”.
(Gianfranco Salvatori)