Scuola giovani e cultura

Cultura. Finanziamenti ai progetti sul Novecento, le associazioni: “Ci vogliono più soldi”

Audizione in commissione con l’assessore Mezzetti. Daria Bonfietti dell’associazione parenti delle vittime della strage di Ustica: “Finanziamento basso, ci mette in difficoltà”. L’esponente della giunta: “Il nostro sostegno ulteriore alla vostra necessaria autosufficienza”

Poter contare su più risorse. È questa la richiesta arrivata dalle associazioni che fanno promozione storica e che con i bandi regionali ottengono il finanziamento delle attività di ricerca, culturali e didattiche che promuovono la storia del ‘900. Richiesta arrivata durante l’audizione in commissione Cultura sulla legge regionale 3 del 2016 che riguarda la promozione e il sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna.

Da più associazioni, dall’Anpi Emilia-Romagna a quella di Ravenna fino all’associazione mutilati e invalidi di guerra, è arrivato l’apprezzamento per la legge, perché “permette di fare promozione di attività anche tra le nuove generazioni”.

Ma le critiche alla legge regionale arrivano da Daria Bonfietti dell’associazione parenti delle vittime della strage di Ustica: “Il finanziamento concesso, che arriva dopo la presentazione di un preventivo di spesa delle iniziative che organizziamo, viene finanziato al massimo per un 40 per cento. Questo per noi è un grande limite, perché tutti i nostri finanziamenti sono pubblici. E non ho capito in base a che criteri vengano affidati fondi ai progetti”. Criteri che, secondo l’assessore alla Cultura Massimo Mezzetti, sono molto semplici da intuire: “C’è un nucleo di valutazione, come per ogni bando: basterebbe leggerli”. Così come, secondo l’esponente della giunta, “il finanziamento pubblico (nel bilancio è previsto un milione all’anno per i bandi, ndr) dovrebbe essere una ulteriore risorsa a disposizione di un bilancio che dovrebbe già dimostrarsi autosufficiente. Il finanziamento totale non è possibile: le percentuali possono cambiare, possono alzarsi, ma la platea di soggetti che potrebbe usufruirne rischia poi di ridursi di due terzi”.

(Margherita Giacchi)

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