Scuola giovani e cultura

In commissione Cultura il pdl per tutelare le Case degli illustri dell’Emilia-Romagna

In regione sono circa 90 le dimore censite. Previsto il sostegno della Regione per mantenere le dimore di artisti, scienziati, inventori e scienziati. Privati e gestori di musei: “Rivitalizzano il territorio”

Le Case degli illustri dell’Emilia-Romagna avranno un sostegno dalla Regione. Lo prevede un progetto di legge della Giunta riguardante “Riconoscimento e valorizzazione delle abitazioni e degli studi di esponenti del mondo della storia e della cultura, della politica, della scienza e della spiritualità della regione Emilia-Romagna”.

Il pdl è stato illustrato in commissione Cultura, presieduta da Francesca Marchetti, dall’assessore alla Cultura, Mauro Felicori. Alla seduta hanno partecipato ospiti del mondo della cultura, famiglie degli artisti e amministratori di enti locali. Relatori del progetto di legge sono per la maggioranza il consigliere Andrea Costa (Partito democratico) e per la minoranza Valentina Stragliati (Lega).

Nel progetto di legge si riporta che “il Servizio Patrimonio culturale ha individuato a oggi circa 90 realtà che, nelle loro forme, più o meno ibride, rappresentano case museo, studi e archivi illustri: artisti, letterati, musicisti e cantanti, cineasti, inventori e scienziati, collezionisti, politici, eroi, sacerdoti e famiglie prevalentemente vissuti nel XIX e XX secolo e Duemila. Di queste 90, 10 non sono censibili per problemi ereditari e solo 29 sono a gestione pubblica. Le restanti realtà- qualora aperte e visitabili- sono organizzate grazie alle famiglie private che tengono viva la memoria (19), gestite da fondazioni (16), valorizzate da associazioni e realtà del Terzo Settore (15)”.

L’assessore Felicori ha ricordato “la grande tradizione in tutta Europa di conservare case di artisti che hanno fatto la storia della cultura e sono oggi mete di turismo. In regione, ci sono molte realtà che lo confermano: la casa di Carducci a San Mauro Pascoli, quella a Modena dell’architetto Cesare Leonardi, la casa di montagna dei Bertolucci e tante altre. La legge aiuterà Comuni, privati, familiari e fondazioni che vogliono mantenere queste testimonianze. Il museo in primis è un arricchimento del tessuto territoriale”. Infine, l’assessore ha ricordato come “la legge prevede interventi in conto capitale e per la spesa corrente, al fine di consentire che le abitazioni siano aperte al pubblico. Ci attendiamo che le risorse promesse muovano altre risorse”.

Giudizio positivo della legge è quello di Sabina Orlandi, social manager del museo Carlo Zauli di Faenza: “Ci fa sentire meno soli. Siamo soddisfatti, perché da questa norma possono nascere altri progetti per i territori. Il museo tiene vivo e arricchisce il territorio e svolgere attività culturali in un luogo anche piccolo per le città di provincia è importante. Molti musei di famiglie e privati hanno difficoltà di manutenzione e fanno sforzi enormi per la messa a norma di impianti e strutture”.

Maria Francesca Moreni, presidente Archivio Mattia Moreni, ha ricordato che “la casa di mio padre è sulle colline di Brisighella ed è un po’ sperduta, ma dentro è un museo. Noi figlie saremmo felici di continuare a far vivere la casa, che diventi meta di un turismo legato a cultura e ambiente. C’è, poi, un archivio che non deve andare perso. Quando c’è stato il sopralluogo alla casa di mio padre, per prevenire i furti si è pensato di usare personale per accudire la casa. Papà aveva una malformazione alla mano destra e veniva considerato un disabile. Ho conosciuto questo mondo e ho pensato di coinvolgere persone con disabilità”.

Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione nazionale Case della memoria raggruppa in Italia 87 case di illustri. In Emilia-Romagna, la rete ha 19 case memoria (tra cui quelle di Verdi, Carducci, Pascoli, Pavarotti, Tonino Guerra, Marino Moretti). Plaudo al progetto di legge”. Rigoli ha poi posto il tema del rapporto tra reti di privati e quelle pubbliche chiedendo se anche le associazioni culturali potranno proseguire lavoro di valorizzazione di case museo potranno accedere a finanziamenti regionali (finora solo enti pubblici).

Il vice presidente dell’Associazione nazionale Case della memoria, Marco Capaccioli, ha sottolineato che “la legge è una strada importante per valorizzare il patrimonio materiale e immateriale di una tipologia culturale non ben valorizzata. Da anni cerchiamo di instradare un percorso culturale e turistico diverso dai grandi circuiti. La pandemia ha dimostrato che le grandi città d’arte si sono rivelate fragili, sia per strutture sia per vulnerabilità: si sono rette sul turismo mordi e fuggi. La proposta di legge è in linea con ciò che sosteniamo e divulghiamo. E’ un’occasione anche per le giovani generazioni di conoscere i nostri beni.

Milena Camposano, collaboratore museo Tramonti Guerrino di Faenza (pittore, scultore e ceramista del ‘900) ha affermato che “il pdl è in linea con le nostre esigenze e valorizza i territori. Va chiarito, però, se l’accesso ai contributi sia riservato a chi ha uno status giuridico (associazione o fondazione) o sarà sufficiente essere eredi”.

l’assessore Felicori ha risposto che “la Regione non fa alcuna differenza tra gestione pubblica o privata. Ha titolo ai contributi chi si prende la responsabilità di conservare e promuovere le case. La legge non finanzierà le reti, perché le reti nascono dal basso ed è giusto che ogni realtà decida cosa fare”.

Il relatore Costa ha detto che si lavorerà “per migliorare il testo, anche se già oggi incontra il favore di molti soggetti interessati. La legge prova a mettere in campo un sostegno, anche economico, per rendere sostenibile la gestione dei luoghi di cultura e delle case di persone illustri. Occorre individuare chi è il responsabile della custodia, poi, se uno se ne occupa, la legge lo aiuta”.

Per la relatrice di minoranza, Valentina Stragliati, “è positivo che ci siano risorse per valorizzare le case di illustri in una regione dove il patrimonio artistico e culturale è di eccellenza. Auspichiamo che la maggioranza accolga le proposte delle minoranze per migliorare il testo”.

(Gianfranco Salvatori)

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