“Revocare immediatamente il contributo di 105.374 euro, per la produzione e la realizzazione del lungometraggio ‘Gli anni amari’”. A chiederlo, con un’interrogazione rivolta al governo regionale è la Lega nord, primo firmatario Massimiliano Pompignoli.
Il film, si legge nell’atto ispettivo, prodotto da Rai Cinema assieme a Cinemare, è stato finanziato anche dalla Regione Emilia-Romagna. Il lungometraggio, spiegano i leghisti, “racconta la vita di Mario Mieli, icona della teoria gender, che praticava la coprofagia e che, com’è noto dai suoi scritti, difendeva i rapporti sessuali con i bambini: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che l’introduzione mortifera all’ergastolo di una «vita» latente. La pederastia, invece, «è una freccia di libidine scagliata verso il feto»”. E in una nota, proseguono, Mieli spiega: “Per pederastia intendo il desiderio erotico degli adulti per i bambini (di entrambi i sessi) e i rapporti sessuali tra adulti e bambini. Pederastia (in senso proprio) e pedofilia vengono comunemente usati come sinonimi”.
La Regione, rimarcano Pompignoli e colleghi, “ha di fatto contribuito alla produzione di un film che incensa un difensore della pedofilia”.
L’atto è stato sottoscritto anche da Matteo Rancan, Alan Fabbri, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Marco Pettazzoni e Andrea Liverani.
(Cristian Casali)