Sospendere il protocollo di intesa fra Regione Emilia-Romagna e Fondazione San Filippo Neri di Modena, fino a che non sarà fatta chiarezza sulla gestione dell’ente che si occupa di promuovere il successo scolastico e lavorativo dei giovani attraverso attività educative. Lo chiede, durante il question time in Assemblea legislativa, Stefano Bargi della Lega nord, che in Aula invita la Giunta a vigilare sull’attività della Fondazione che riceve dalla Regione importanti finanziamenti. La Fondazione, che gestisce anche la residenza universitaria e le sale studio, è finita sulla stampa locale dopo le dimissioni, a maggio 2018, del presidente Mauro Tesauro. L’ex presidente, nel lasciare l’incarico, ha denunciato opacità nella gestione dell’ente “contrassegnata da un estremo e generale disordine attuato con la più assoluta discrezionalità e autoreferenzialità”. Tesauro segnala, tra le altre cose, criticità nella gestione dei minori e incompetenza dello staff educativo. “La Fondazione – spiega il consigliere del Carroccio- è partecipata al 100% dalla provincia di Modena, che ne nomina i vertici, e ha rapporti con ER.GO già dal 2004, con finanziamenti per diversi milioni di euro. Le denunce dell’ex presidente sono molto gravi e portano a chiederci se non sia il caso di interrompere i rapporti tra Regione e Fondazione fino a che le autorità competenti non abbiano chiarito la situazione”.
La Giunta ha preso atto della ricostruzione della vicenda e ha annunciato che, dopo le dimissioni di Tesauro e la nomina del nuovo presidente, incontrerà a breve i nuovi vertici per avere un quadro preciso della situazione: “A seguito dell’incontro valuteremo aspetti legati all’attuazione del Protocollo che ha prodotto attività con il contributo di ER.GO, Università di Modena e Reggio Emilia e Comune di Modena”.
Bargi ha rimarcato la particolare gravità dei fatti denunciati: “Non si possono dare soldi pubblici agli enti e poi lavarsene le mani, bisogna vigilare sull’attività della Fondazione San Filippo Neri e darne conto a tutta l’Assemblea”.
(Giulia Paltrinieri)