Chiarire che il Teatro Comunale di Bologna non può e non deve fagocitare il Teatro Regio di Parma, in nome di una presunta “collaborazione” tra le due strutture, e salvaguardare il Teatro parmense e il suo festival verdiano, nonché, il patrimonio di indiscusso valore legato al suo Coro, alla sua Orchestra e alle sue maestranze.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto), che ricorda che, “come hanno riportato, recentemente, gli organi di informazione, il cartellone 2022 del Festival Verdi, che avrà luogo tra settembre e ottobre e che sarà presentato ufficialmente il 7 febbraio, vede un consistente ridimensionamento del ruolo del Teatro Regio di Parma. Infatti, l’apertura del festival Verdi sarà affidata all’Orchestra e al Coro del Teatro Comunale di Bologna, che allestirà col proprio personale ‘La Forza del Destino”; successivamente, da Firenze, diretta da Daniele Gatti, arriverà poi l’orchestra e il coro del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, che eseguirà i ‘Quattro Pezzi Sacri’, mentre ai complessi artistici del Teatro Regio di Parma, finora protagonisti indiscussi delle produzioni realizzate per il Festival Verdi e per questo più volte premiati a livello nazionale, il programma di quest’anno riserva unicamente un ‘Simon Boccanegra’ nella versione originale del 1857, quindi per un pubblico di nicchia”.
Secondo Giulia Gibertoni “appare evidente come questa ‘collaborazione’ tra il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro Regio di Parma non stia avvenendo su un piano paritetico tra due istituzioni culturali, ma a spese del Teatro Regio di Parma e delle sue maestranze, così come altrettanto evidente è l’assenza della Regione Emilia-Romagna, che pure avrebbe titolo a esprimersi sul loro futuro, se non altro come soggetto che eroga finanziamenti a progetti di entrambe le strutture”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla Giunta “se non reputi necessario chiarire che il Teatro Comunale di Bologna non possa e non debba fagocitare il Teatro Regio di Parma in nome di una presunta ‘collaborazione’ tra le due strutture e se non consideri importante salvaguardare il Teatro Regio di Parma e il suo festival verdiano nonché il patrimonio di indiscusso valore legato al suo Coro, alla sua Orchestra e alle sue maestranze tutte”.
(Luca Molinari)