Scuola giovani e cultura

Rainieri (Lega): si punta alla fusione dei teatri di Parma e Bologna?

Dettagliata interrogazione del leghista che paventa come la fondazione parmense dovrebbe “ripianare” il deficit di quella petroniana

Scongiurare la marginalizzazione delle maestranze liriche di Parma, nell’ambito del Festival Verdi 2022, ed eventuali conseguenti perdite sotto il profilo occupazionale e culturale per la realtà parmense.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Fabio Rainieri (Lega) che ricorda come “da indiscrezioni giornalistiche non smentite trapela di un cartellone del Festival Verdi 2022 nel quale l’opera per l’inaugurazione al Teatro Regio di Parma sarà ‘La forza del destino’ diretta da Roberto Abbado ed eseguita dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Comunale di Bologna, alla quale seguirà i ‘Quattro pezzi sacri’ a cura del Teatro del Maggio di Firenze, mentre le maestranze liriche di Parma allestiranno successivamente un ‘Simon Boccanegra’ in versione originale”.

Per il leghista si tratta di una marginalizzazione delle professionalità di Parma che potrebbero avere ricadute non solo sul settore della musica, ma sull’intera città.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla Giunta “se ritiene che l’ipotesi per cui le maestranze liriche di Parma non curino l’opera inaugurale del Festival Verdi ma solo un evento di nicchia in quella stessa rassegna possa comportare per esse una marginalizzazione cui potrebbero seguire perdite occupazionali e culturali per la realtà di Parma; quali siano i motivi di tale eventuale marginalizzazione delle maestranze di Parma in quella che fino ad oggi è stata la loro principale vetrina e se essa, favorendo le maestranze liriche di Bologna, non apra alla fusione della
Fondazione Teatro Regio di Parma con la Fondazione Teatro Comunale di
Bologna con conseguente prevalenza di quest’ultima”.

Poi ancora: “La Regione intende attivarsi per salvaguardare il prestigio delle maestranze liriche di Parma e impedire una fusione tra due Fondazioni che potrebbe portare il beneficio immediato di soccorrere la difficile situazione finanziaria di quella felsinea, riducendo, però, significativamente la tradizione lirica di Parma e anche dell’intera Emilia-Romagna?”

(Luca Molinari)

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