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Cultura. Saliera in Assemblea accoglie la mostra di Soricelli: “Arte che vede con gli occhi degli ultimi”

Debutta in Assemblea la personale del pittore-operaio, la presidente: “In ogni colpo di pennello l’evoluzione del nostro paese”

Carlo Soricelli e Simonetta Saliera

“Carlo Soricelli sa raccontare con passione e impegno civile la storia dell’altra Bologna, di quella parte meno potente della società che cerca riscatto e diritti e a cui la politica deve saper dare risposte. Questa mostra è un omaggio a lui e a quanti non hanno mai spesso di ricordare che dobbiamo sempre essere al fianco della parte meno potente delle nostre comunità”. Con queste parole Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna assieme all’artista e al fondatore delle Cucine popolari Roberto Morgantini, ha inaugurato la mostra “Carlo Soricelli. 1969-2019: i 50 anni del pittore sociale” allestita nei locali del parlamento regionale e dedicata alle opere dell’ex operaio bolognese, che con pennelli e terracotta ha attraversato mezzo secolo di storia.

Visibilmente commosso, Soricelli ha ringraziato Saliera per l’attenzione sempre dimostrata ai temi del lavoro, della politica, dell’ambiente e della società. “Oggi per me è un bel giorno, in questi anni con la presidente abbiamo potuto vedere a cosa serve l’Assemblea legislativa”, ha spiegato il pittore mentre intratteneva il pubblico descrivendo le sue opere: un mondo di colori e di tele dove gli angeli hanno le rughe degli operai, le tute blu mangiano disciplinatamente nelle “gamelle” che tanto raccontano dell’amore delle loro mogli, negli occhi dei malati c’è più stupore che paura, lo stesso Lucio Dalla ha negli occhi l’attenzione alla parte più fragile della popolazione e le “donne di Kobane” sono il giusto tributo all’impegno del martoriato popolo curdo, la cui tragedia è tornata di recente attualità. Cani e gatti si abbracciano insieme nel nome dell’amicizia. “Ogni colpo di pennello racconta dell’evoluzione del nostro Paese, ma vedendo la storia con gli occhi dei più deboli, ‘degli ultimi’”, sottolinea Saliera.

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