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Sartre e Hendrix a Bologna? “E’ successo quel ’68”, Saliera presenta la mostra fotografica sull’anno che “cambiò il mondo”

Vernice oggi in Assemblea con protagonisti cittadini dell’epoca, gli scatti visibili fino al 23 maggio tutti i giorni dalle 9 alle 19

Il sindacato, l’Università, la politica. A 50 anni di distanza “quelli che fecero il ‘68” si sono ritrovati nei locali dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna per l’inaugurazione di E’ successo quel ’68. Appunti fotografici (clicca per vedere il catalogo) mostra in 30 pannelli che ripercorre l’anno che “cambiò il mondo”. Francesco Garibaldo, una vita ai vertici della Cgil, Federico Castellucci, uomo delle istituzioni e del Pci, l’ex preside di Scienze Politiche a Bologna Guido Gambetta e altri docenti di vaglia. Sono stati loro, con i ricordi di testimoni oculari del tempo, ad accompagnare la presidente del Parlamento di viale Aldo Moro Simonetta Saliera nel taglio del nastro attraverso le foto di Luciano Nadalini e di altri famosi fotografi bolognesi che ricordano gli anni delle lotte studentesche e operaie in città, del primo Francesco Guccini e dei grandi concerti sotto le Due Torri, tra cui Jimi Hendrix e anche un Jean Paul Sartre di passaggio in città.

Simonetta Saliera

“Nel ’68 si lottò per i diritti delle persone: da troppi anni, invece, ci si è dimenticati di quei diritti e di quelle persone in nome del primato dei numeri, dei bilanci e dell’economia”, spiega Saliera, nel sottolineare come “a Bologna il ’68 coincise temporalmente con l’inverarsi delle grandi progettazioni dell’era del sindaco Guido Fanti: dalla tangenziale costruita in soli tre anni, al primo asilo nido voluto dall’assessore Adriana Lodi”.

Il fotografo Nadalini

A ricordare lo snodo politico dell’anno cruciale è stato Garibaldo: “La mostra promossa dall’Assemblea legislativa ha il merito di toccare gli aspetti fondamentali della lotta studentesca e operaia: furono anni– sottolinea il sindacalista– di lotte per proposte di miglioramento della vita delle persone che trovarono risposta positiva dalle amministrazioni pubbliche regionali e comunali. Battaglie che gli operai condussero nonostante lo Stato avesse scelto l’arma della repressione autoritaria: quando scioperavamo venivamo picchiati e arrestati. Furono anni di speranza, un momento solare che purtroppo oggi non c’è più”.

A raccontare un’epoca in cui i fermenti sociali trovavano risposta o quanto meno ascolto dalla politica e dai partiti è stato il compito di Federico Castellucci, una vita tra Pci, Comune di Bologna e Regione: “All’epoca ero responsabile politiche per il lavoro del partito Comunista italiano: demmo idee e contributi a quell’impegno sociale e civile che veniva da studenti e operai. Mai come in questo momento storico– ha sottolineato Castellucci – l’Assemblea regionale ha fatto bene a promuovere questa mostra perché motivo di riflessione politica, quella riflessione di cui abbiamo bisogno”. “Si posero le basi degli anni successivi e delle grandi riforme come il servizio sanitario nazionale e lo Statuto dei lavoratori”, fa eco Aldo Bacchiocchi, che visse quegli anni dall’osservatorio privilegiato di via Barberia, sede della federazione bolognese del più grande partito Comunista dell’occidente.

Occhio rivolto al contesto internazionale nelle parole del professor Gambetta, che ha ricordato come “nel ’68 in tutto il mondo ci furono movimenti per i diritti e la pace, fu un anno indimenticabile”. Ricordi, impegni. Passione, nostalgia. Un mix che, come ricordato da tutti, non vale solo per i libri di storia, ma anche per il nostro presente.

La mostra E’ successo quel ’68. Appunti fotografici è visitabile nei locali dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna in viale Aldo Moro, 50 tutti i giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 fino al 23 maggio prossimo.

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