Tutelare il settore dello spettacolo, definendo regole che accolgano le proposte delle Regioni nel Codice che lo disciplina, e istituendo un fondo straordinario a favore dei soggetti dello spettacolo dal vivo.
Sono i temi che l’assessora alla Cultura Gessica Allegni ha illustrato in commissione Cultura e Parità, presieduta da Elena Carletti.
“Dovremo arrivare alla definizione del codice nazionale entro la fine del 2026 – ha premesso Allegni – a conclusione di un percorso avviato un decennio fa. Il primo aspetto che mi preme rilevare è che il Codice rinvia a un tavolo sul welfare dello spettacolo che rischia di procrastinare le decisioni. Senza una legislazione su temi quali maternità, previdenza, malattie e riconoscimento del percorso formativo, è difficile che l’Italia possa attrarre talenti in questa professione. Altri passaggi per noi importanti sono la definizione delle funzioni e la disciplina delle scuole di danza e degli insegnanti di danza”. “Va riconosciuto – ha proseguito l’assessora – che alcune richieste sono state accolte, come dare valore alla ricerca e alla sperimentazione, alla cooperazione e alla libertà dell’espressione artistica. Il punto critico che rimane irrisolto è quello che definisce i compiti delle Regioni. La sensazione è che lo Stato voglia avocare a sé i compiti e le risorse”.
Sul fronte degli stanziamenti straordinari a favore di soggetti dello spettacolo dal vivo l’assessora conferma: “Abbiamo istituito un fondo regionale straordinario a supporto di quelle realtà che hanno subito riduzioni dei contributi nazionali sullo spettacolo nel 2025 – spiega Allegni -. Una scelta che riguarda l’Assemblea, perché facciamo riferimento a un emendamento all’assestamento avvenuto nel luglio scorso su proposta delle consigliere Alice Parma, Simona Larghetti e Elena Carletti. Si tratta in tutto di 360mila euro, di cui 100mila euro di contributi a ERT (Emilia-Romagna Teatro) e 160mila ad ATER (circuito teatri Emilia-Romagna)”. Di questi, 300mila euro saranno destinati a realtà che hanno visto ridursi i finanziamenti statali. I criteri per accedere a questi fondi sono l’aver subito un sottofinanziamento superiore ai 10mila euro oppure l’aver ricevuto un finanziamento inferiore a più del 20% rispetto a quello richiesto e ritenuto ammissibile. A beneficiarne saranno 17 soggetti, già individuati, 14 del mondo del teatro, due della musica e uno della danza. “Per quanto riguarda i restanti 60mila euro, abbiamo intenzione di realizzare un ‘Festival focus danza Emilia-Romagna’, per dare visibilità a nuove compagnie”, conferma l’assessora Allegni.
Simona Larghetti (AVS) ha sottolineato: “Per la tutela degli operatori dello spettacolo dal vivo e per garantire loro le risorse che servono per operare, ciò che occorre è la massima trasparenza e chiarezza di criteri e composizione delle commissioni giudicanti. Certamente il welfare culturale va sviluppato e non ci dobbiamo dimenticare che l’Italia è protagonista dello spettacolo contemporaneo e non possiamo rinunciare a questo aspetto. Il contemporaneo non può essere giudicato con altre categorie culturali, deve avere altri indicatori perché le performance non hanno gli stessi costi e gli stessi numeri di spettatori. Auspico che il finanziamento aggiuntivo per lo spettacolo votato in assestamento di bilancio possa servire a ridare fiducia al settore. È un aiuto piccolo ma significativo”.
Alice Parma (Pd) plaude al lavoro importante svolto per il mondo della cultura emiliano-romagnola. “Ancora adesso non abbiamo chiaro cosa stia accadendo al Ministero della Cultura – spiega Parma -. Alcune realtà si sono ritrovate scoraggiate perché, a fronte degli stessi criteri vigenti l’anno precedente, si sono viste assegnare punteggi diametralmente opposti o molto inferiori. La Regione si è trovata a dover mettere una ‘pezza’, perché queste compagnie hanno bilanci in essere e percorsi di investimenti attivati. Ciò rientra nel ruolo che l’Emilia-Romagna si è data di mettere la cultura al centro del dibattito”.
(Lucia Paci e Brigida Miranda)



