“Nel Defr sono indicati i risultati raggiunti in Emilia-Romagna sia sul fronte della crescita del prodotto interno lordo, nel 2016 pari all’1,3 per cento, sia in tema occupazionale, il tasso di occupazione nel 2016 si è attestato al 68,4 per cento, più 11 per cento rispetto alla media nazionale, mentre il tasso di disoccupazione è al 6,9 per cento, 5 punti percentuali in meno rispetto al dato nazionale”. L’assessora al Bilancio, Emma Petitti, ha così sintetizzato i contenuti del Defr 2018 nell’udienza conoscitiva convocata dalla commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Andrea Bertani.
Sono 93, poi ha aggiunto Petitti, “gli obiettivi individuati nel Defr, riguardanti i settori dell’economia, delle istituzioni, della sanità e del sociale, della cultura e del territorio”. Un capitolo, ha concluso, riguarda invece “gli indirizzi strategici che la Giunta assegna ai propri enti strumentali e alle società controllate e partecipate”.
Il Defr, ha spiegato il relatore del provvedimento, Giuseppe Boschini (Pd), “è la programmazione che sta alla base delle nostre scelte regionali di bilancio e va incontro agli interessi degli operatori economici e sociali del territorio”. Diverse, ha aggiunto, le sue funzioni: strumento di trasparenza, serve a dare impulso al bilancio; mezzo per valutare le politiche regionali; strumento di governo interno.
Massimo Roma, vicepresidente nazionale di Sapar, associazione che raduna circa 1.500 fra gestori, produttori e rivenditori di apparecchi da intrattenimento, ha criticato la scelta della Regione Emilia-Romagna di prevedere regole più restrittive in tema di gioco d’azzardo: “Le modifiche apportate lo scorso giugno alla normativa regionale in materia avranno un grave impatto sull’occupazione: sono a rischio 60mila posti di lavoro”.
Il vicedirettore di Confindustria Emilia-Romagna, Luca Rossi, ha invece posto l’accento sui temi della disoccupazione giovanile e della semplificazione, sollecitando Giunta e Assemblea legislativa, in collaborazione con le forze sociali, a farsene carico: “C’è ancora molto da fare”.
(Cristian Casali)