“Sollecitare il governo e il ministro competente per ottenere aggiornamenti, come già richiesto dall’Autorità nazionale di garanzia per l’infanzia e l’adolescenza, in merito alla possibilità di procedere definitivamente al riparto regionale e destinare a questo scopo le risorse previste dalla legge di Bilancio 2021, con l’obiettivo di potenziare, nell’arco di tre anni, le strutture alternative al carcere”.
E’ la sollecitazione che Federico Amico (ER Coraggiosa) rivolge al governo attraverso la Giunta regionale sul tema particolarmente critico legato alla detenzione femminile: la presenza di bambine e bambini in carcere.
“In Emilia-Romagna, sottolinea ancora il consigliere reggiano, sono stati 10 i bambini che nel 2020 (al 30 ottobre) sono rimasti insieme alle madri nelle carceri dell’Emilia-Romagna per un periodo di permanenza durato anche oltre i 30 giorni, ma nel 2019 si è arrivati a periodi di detenzione della durata anche di 10 mesi. Nello stesso periodo è stata registrata anche la presenza di una donna in gravidanza”.
L’esponente di ER Coraggiosa, poi, ricorda come l’attivazione di strutture ad hoc per la reclusione di madri detenute comporterebbe uno stanziamento di 2milioni annui e come “i servizi sociali dei comuni sono spesso chiamati ad accompagnare le detenute attraverso percorsi di inclusione e inserimento lavorativo e a maggior ragione sono coinvolti nella presa in carico di madri con prole a cui la legge prescrive di scontare nel territorio di residenza la pena alternativa alla detenzione”.
Federico Amico, ricordando come sia il Garante regionale dell’Infanzia sia il Garante delle persone private della libertà abbiano giudicato non adeguato e dignitoso l’approntamento di aree del carcere adibite a nido, chiede quindi lo sblocco delle risorse per potenziare strutture e percorsi alternativi agli istituti di pena.
(Luca Boccaletti)



