Intervenire, attraverso la Conferenza Stato-Regioni e il Ministero degli Esteri, “per attivare pressioni internazionali ed eventuali sanzioni che possano fermare la repressione del regime iraniano contro i manifestanti e in particolare contro le attiviste più esposte in questo momento”.
E’ questa la sollecitazione principale che Federico Amico (ER Coraggiosa) rivolge, in un’interrogazione, all’esecutivo regionale sul tema delle proteste per i diritti civili soffocate nella violenza in Iran.
Il consigliere, ricordando come l’attività di repressione messa in campo dal regime iraniano abbia già causato un morto, numerosi feriti e migliaia di arresti in tutto il paese, sottolinea i numerosi atti non violenti della popolazione iraniana che solidarizza con la protesta sull’uso del velo e sull’autonomia riconosciuta alle donne nel paese.
“Le proteste non sono contro l’Islam -precisa ancora Amico- ma hanno una matrice antipatriarcale, riguardano la libertà di scelta e di autodeterminazione, con delle analogie con quelle delle donne verificatesi in Francia o in Svizzera in seguito al divieto di indossare il velo da parte di quegli Stati. In altre parole, le donne iraniane chiedono di essere libere di scegliere e rifiutano il controllo delle autorità sul proprio corpo”.
Stante la situazione registrata, l’esponente di ER Coraggiosa chiede anche alla giunta se “intenda chiedere al governo di attivare, in accordo con gli altri stati membri dell’Unione Europea, una rete di osservatori internazionali che possano monitorare da vicino la situazione del rispetto dei diritti umani nel paese” e, più in generale, se si voglia esprimere una pubblica condanna nei confronti dell’Iran, per l’uso sproporzionato della forza contro manifestanti assolutamente non violenti.
(Luca Boccaletti)