Parità, diritti e partecipazione

Diritti Bologna. Annullata richiesta Ausl di 2.000 euro a cittadino per prestazione sanitaria/ foto

Il paziente aveva dato il consenso, sotto analgesia, all’esportazione di un polipo durante una colonscopia.“Per poter essere valido- evidenzia il Difensore civico- il consenso deve essere sempre corredato da un’informazione puntuale, adeguata e particolarmente dettagliata”

Una richiesta di pagamento di 2.000 euro per una prestazione sanitaria eseguita in regime libero professionale è stata annullata a seguito dell’intervento del Difensore civico regionale, Carlotta Marù.

Un cittadino si era rivolto all’Ausl di Bologna per effettuare, a sue spese, una colonscopia (presso un ospedale cittadino). A esame in corso, il sanitario aveva rilevato la presenza di un polipo, asportandolo. L’Ausl aveva così richiesto al paziente il pagamento della prestazione riferendosi non solo all’esame prenotato ma anche all’avvenuta asportazione del polipo.

Il cittadino si è opposto alla richiesta di pagamento, affermando di aver acconsentito all’asportazione del polipo quando era già sotto analgesia e di non avere comunque mai saputo, neppure in quel momento, del costo aggiuntivo che la prestazione avrebbe avuto se l’estrazione fosse stata accordata.

Il Difensore civico ha così sollecitato l’Ausl ad annullare la richiesta di pagamento, evidenziando che “il consenso rilasciato dal paziente non è valido, e, dunque, non legittima l’attività del medico, che resta arbitraria e che, al di là dei casi in cui sussista un’urgenza terapeutica, lede il diritto all’autodeterminazione del paziente, pur quando il trattamento sia stato eseguito correttamente e nel suo interesse”. Per poter essere valido, evidenzia Marù, “il consenso deve essere sempre corredato da un’informazione puntuale, adeguata e particolarmente dettagliata (al paziente deve essere anche comunicato il costo della prestazione supplementare)”. È quindi opportuno, conclude il Difensore, “che il consenso venga rilasciato dal paziente in un momento antecedente a quello strettamente esecutivo: non si può pretendere che il malato, a ridosso della prestazione medica o, peggio, nel mentre, addirittura sotto analgesia, possa, con lucidità, comprendere quanto gli viene detto e consentire validamente a quanto gli viene eventualmente proposto”.

(Cristian Casali)

Parità, diritti e partecipazione