L’Emilia-Romagna e l’Italia non abbandonano l’Afghanistan: da agosto, lungo la via Emilia, sono stati accolti 429 profughi afgani, di cui 134 minori. E’ quanto emerge dalla seduta congiunta delle Commissioni Parità (presieduta da Federico Alessandro Amico) e Cultura (presieduta da Francesca Marchetti).
È stata non solo l’occasione per ascoltare le drammatiche testimonianze oculari di chi ha assistito al collasso del governo afgano e all’arrivo dei talebani, lo scorso agosto, ma anche l’occasione per fare il punto su quanto fatto dal governo italiano (che è riuscito ad evacuare 5.000 persone, la cui vita è a rischio, e sta lavorando per evacuarne altre 2.500) e dalle associazioni di volontariato.
A fare il punto di quanto fatto da viale Aldo Moro nella crisi afgana è stata la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessora con delega alla cooperazione internazionale allo sviluppo e alle relazioni internazionali Elly Schlein, che è intervenuta facendo il punto sullo stato dell’arte delle attività di accoglienza della Regione per quanto riguarda non solo la crisi afgana.
“Non possiamo fermarci qui. Accolgo l’appello delle persone che hanno parlato, ringrazio le testimonianze vive che abbiamo ascoltato e dico che non bisogna fermarsi alle 5.000 evacuazioni fatte fino ad ora dal governo italiano. Faccio mie le angosce per chi è rimasto in Afghanistan e in primo luogo per le donne, che vedono restringersi i loro spazi pubblici e che vedono anche messi a rischio i loro corpi fisici”, spiega Schlein, che ha elogiato lo sforzo dei Comuni dell’Emilia-Romagna (“In modo trasversale da un punto di vista politico”) nell’accoglienza e ha ricordato quanto fatto dalla Regione Emilia-Romagna per evacuare e accogliere casi specifici di persone, in primo luogo l’attività di screening antiCoronavirus e altre attività che hanno permesso di favorire alcuni ricongiungimenti famigliari di famiglie che erano rimaste divise nel corso dell’evacuazione. “Grazie anche al lavoro della collega assessore alla Scuola, Paola Salomoni, abbiamo fatto un accordo con le Università dell’Emilia-Romagna per accompagnare 30 persone nel percorso di studio: siamo l’Emilia-Romagna, non ci limitiamo ad accogliere ma vogliamo aiutare a costruire il futuro”, spiega la vicepresidente della Regione, per la quale occorre anche creare corridoi umanitari, rivedere le pratiche di richiesta di asilo respinte, evitare rimpatri forzati e creare una legislazione europea apposita. “Bisogna che ogni Paese dell’Unione europea faccia la propria parte”, spiega Schlein, per la quale a tutti i livelli occorre che ci sia collaborazione ed equa ripartizione delle criticità.
Nette anche le posizioni dei rappresentanti del governo italiano e delle Ong intervenuti in Commissione.
“Il governo italiano si prepara a effettuare interventi molto importanti, anche sotto il profilo economico, per l’assistenza umanitaria per la popolazione afgana, portando avanti e intensificando le attività. Fino ad ora ha fatto in modo di non disperdere il nostro lavoro degli ultimi vent’anni”, spiega Giuliana Del Papa (Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero Affari Esteri), che sottolinea come il nuovo governo afgano sia “caratterizzato da radicalità: rileviamo con preoccupazione la restrizione per le donne delle opportunità di istruzione e di partecipazione alla vita civile. Il terrore diffuso nella popolazione è alla base dell’aumento dei flussi migratori”.
Dal canto suo Piergiorgio Menighini (presidente del Cospe) ha ricordato come “i temi dei diritti delle donne e della parità sono uno dei due terreni più importanti della nostra azione, insieme agli spazi di partecipazione democratica. Per questo l’Afghanistan è una sfida per tutti noi e sosteniamo sul campo le associazioni impegnate nella difesa delle donne vittime di violenza attraverso la creazione di case accoglienza, la realizzazione di comitati a difesa dei diritti delle donne e siamo al fianco delle associazioni che lottano per la parità di genere e i diritti umani: abbiamo seguito 7.000 donne e bambine vittime di violenza e abbiamo coinvolto 10.000 persone nelle attività di formazione. Si tratta di risultati che oggi sono a rischio: noi non vogliamo abbandonare l’Afghanistan e le donne che lottano, vogliamo trovare i modi e le forme per continuare a sostenere gli stessi obiettivi su cui ci siamo mossi in precedenza: c’è un filo unico che ci lega”. Sulla stessa linea Francesca Piraccini (direttrice del Cospe) per la quale “a metà agosto, quando abbiamo capito che la situazione dell’Afghanistan si stava deteriorando, siamo prontamente intervenuti e abbiamo registrato una sensibilità, una solidarietà e una capacità di reazione che mai avevo visto”.
“Ringrazio tutti i partecipanti che hanno accolto l’invito a essere qui a parlare di un argomento molto importante: le loro testimonianze sono dirette e di grande impatto, è molto positiva l’attenzione della nostra popolazione verso la causa afghana e dobbiamo proseguire a lavorare per tenerla alta”, spiega il presidente Federico Alessandro Amico, mentre la presidente Francesca Marchetti ringrazia “la commissione Parità per questo importante momento di confronto su un tema tanto delicato”.
Dal canto suo Roberta Mori (Pd) ha sottolineato come “il Partito Democratico è rimasto molto colpito dalle testimonianze ascoltate: ringrazio la vicepresidente Schlein perché ha messo bene in evidenza il ruolo dei nostri territori nelle attività di accoglienza”.
(Luca Molinari)