L’Italia è un paese “con una cultura digitalmente arretrata, di sicuro sotto la media europea” e per questo motivo il Corecom è chiamato a “educare ai media i più giovani, compito non facile visto che richiede di mantenere un equilibrio tra una certa demonizzazione e un altrettanto diffuso tecno-entusiasmo”.
La presidente del Comitato regionale delle telecomunicazioni, Giovanna Cosenza, è stata oggi in audizione in commissione Parità e diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori: l’incontro si inserisce nel calendario di appuntamenti che vede coinvolti la commissione e le principali strutture di garanzia e controllo dell’Assemblea legislativa.
“Il Corecom ha sicuramente un problema di identità, perché tra funzioni proprie e in delega gli sono richieste le attività più disparate, ci è stato affidato ad esempio un lavoro di screening e monitoraggio in un settore, quello delle telecomunicazioni, dove la normativa è oggettivamente un colabrodo- ammette Cosenza-, il tutto mentre siamo di fronte a problemi di risorse e, soprattutto, di personale”. Come spiega la presidente, “solo per quest’anno scolastico più di 150 scuole ci hanno chiesto di fare educazione ai media, per motivi di opportunità abbiamo scelto di formare i formatori, aiutando così a diffondere il più possibile un uso consapevole dei media stessi”.
Nel corso del 2014 sono stati così svolti 39 incontri con le scuole di primo e secondo grado del territorio regionale, a cui si aggiungono 13 incontri con i docenti e le famiglie; al centro degli appuntamenti il progetto “Relazioni per crescere. Percorsi per l’uso consapevole dei media e la prevenzione del cyberbullismo”, declinato in quattro attività: Educazione ai media, Storie di bullismo e cyberbullismo, In tribunale con il cyberbullismo, Dai conflitti alla condivisione.
“Gli stereotipi sono pochi, ma son sempre quelli e per questo motivo sono sempre più persistenti- spiega Cosenza-, per contrastarli siamo impegnati in una attività di monitoraggio che ci ha visto esaminare nel 2014 più di 10.000 ore di trasmissione di 20 emittenti, avanzando poi all’Agcom nazionale sei proposte di sanzione”.
Come ricorda la presidente Mori, “il Corecom avrà sempre più una funzione di promozione di una comunicazione pubblica consapevole per quanto riguarda la rappresentazione dell’immagine femminile e l’equità di genere, in ottemperanza a quella legge quadro sulla parità che lo stesso Corecom ha contribuito a redigere e la cui attuazione è la nuova sfida che ci si pone di fronte”.
In fase di dibattito, Gabriele Delmonte (Ln) ha auspicato più finanziamenti per il Comitato e ha chiesto chiarimenti sull’attività di controllo nei confronti della carta stampata. Silvia Prodi (Pd) ha sottolineato “l’importanza dell’attività del Corecom, che merita il massimo sostegno da parte dell’Assemblea”, mentre Nadia Rossi (Pd) ha rimarcato “la necessità di rendere più note le attività compiute, per aiutare a diffonderle tra i cittadini”. Valentina Ravaioli (Pd) ha ribadito “l’esigenza di un percorso di educazione al linguaggio contro gli stereotipi”, mentre Francesca Marchetti (Pd) si è concentrata sulle iniziative dedicate alle scuole sulla consapevolezza dei nuovi media. Antonio Mumolo (Pd) ha chiesto dettagli sui tempi di attesa per le conciliazioni, mentre Enrico Aimi (Fi) si è interessato della possibilità “che il Corecom si occupi anche di garantire il diritto all’oblio sul web”.