Parità, diritti e partecipazione

Gibertoni (misto): Cina tuteli il popolo uiguri

“E’ stato calcolato che dal 2017 ad oggi oltre un milione e mezzo di persone siano state arbitrariamente detenute nei cosiddetti centri di “trasformazione attraverso l’educazione” o di “formazione professionale” nella regione dello Xinjiang, dove hanno subito varie forme di tortura e maltrattamento, tra cui l’indottrinamento politico e l’assimilazione culturale forzata”

Giulia Gibertoni

La Regione adotti ogni iniziativa possibile nei confronti della Repubblica Popolare Cinese a tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali del popolo uiguri nello Xinjiang e ciò anche in coordinamento con altri enti e amministrazioni.

A chiederlo, in una risoluzione, è la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto), che ricorda come “l’Unione Europea ha sollevato la questione dei diritti umani nello Xinjiang per voce dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che ha riferito sul tema al Parlamento Europeo nell’ottobre 2018. Gli Stati Uniti, nel giugno 2019, sono arrivati a minacciare di imporre sanzioni a Pechino se il sistema dei campi di internamento non fosse stato smantellato: questi campi sarebbero basati su una sorta di “genocidio culturale” ai danni della minoranza uigura, con conseguente repressione religiosa e diritti umani violati; inoltre, questi centri servirebbero anche a creare forza lavoro a basso costo, riproducendo cioè con “lavoratori forzati” il vantaggio competitivo su cui si è costruito il boom cinese”.

A sostegno della sua risoluzione, Gibertoni sottolinea anche come “un nuovo rapporto pubblicato a marzo 2021 da Amnesty International ha raccolto gli strazianti racconti dei familiari, in esilio, di minori appartenenti appunto all’etnia Uiguri, tenuti in ‘orfanotrofi’ statali, in particolare l’organizzazione ha parlato con genitori che sono stati completamente separati dai propri figli, alcuni di soli cinque anni, e che non possono fare rientro in Cina per il timore di essere mandati in questi campi di internamento di ‘rieducazione'”.

(Luca Molinari)

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