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Diritti. Gruppi maggioranza: reddito di libertà per le donne vittime di violenza

Lo chiede una risoluzione dei Gruppi Pd, Lista Bonaccini, ER Coraggiosa e Europa Verde e a prima firma Nadia Rossi

La Regione introduca un reddito di libertà per le donne vittime di violenza sessuale. A chiederlo è una risoluzione, prima firmataria la consigliera Nadia Rossi, dei Gruppi Pd, Lista Bonaccini, ER Coraggiosa ed Europa Verde. “Le donne che hanno chiesto aiuto ai centri antiviolenza nel 2019 sono state complessivamente 4.389 e di queste 4.035 hanno subito violenza (il 92%): mettendo a confronto i dati del 2019 con quelli raccolti nel 2017 e nel 2018 si evidenzia un incremento costante delle donne accolte di circa 5% l’anno”, spiegano i proponenti, che ricordano come “chi si occupa di violenza di genere sa benissimo quanto l’aspetto economico possa incidere negativamente sulla decisione delle donne vittime di violenza di sottrarsi alla relazione violenta. La convinzione, infatti, di non avere un’alternativa è uno dei deterrenti più forti ai percorsi di emancipazione di queste donne: il mondo del lavoro è visto come il contesto in cui le donne che sono uscite da un percorso di violenza possono riscattarsi, costruendo autonomia economica, professionale e rete sociale che permetta loro di non sentirsi costrette a ritornare insieme a chi ha manifestato comportamenti violenti nei loro confronti”. L’obiettivo della proposta è “costruire un’identità di donna-lavoratrice attraverso percorsi di orientamento e avvicinamento al lavoro significa anche riaffacciarsi a un mondo extra-domestico, uscendo dall’isolamento che la violenza ha creato, rafforzando e modificando aree identitarie intaccate e indebolite dalla violenza: oltre all’esigenza occupazionale ci sono anche quelle abitativa e della conciliazione dei tempi lavoro-famiglia, derivanti dalla frequente presenza di figli minori a carico”. Da qui la risoluzione per impegnare la Giunta “a proseguire il confronto con le associazioni, i centri antiviolenza e le amministrazioni locali anche al fine di valutare l’opportunità di attivare misure di sostegno delle donne vittime di violenza di genere che versino in stato di indigenza economica, per favorirne il percorso di emancipazione verso l’autonomia; a valutare l’opportunità di prevedere, nell’ambito dei percorsi verso l’autonomia delle donne o dei minori che abbiano subito violenza, criteri premiali per l’accesso a percorsi d’istruzione o formazione professionale, ai servizi all’infanzia e agli alloggi ERP e di consentire la permanenza in questi ultimi quando il titolare del contratto sia il maltrattante allontanato e a  sollecitare, a livello nazionale, la modifica dei criteri di calcolo dell’Isee affinché quello delle donne vittime di violenza venga ‘scorporato’ da quello dei mariti o compagni, con cui risultano ancora formare nucleo anagrafico, anche se non sono più conviventi”. La risoluzione è stata sottoscritta anche dai consiglieri: Katia Tarasconi, Andrea Costa, Stefano Caliandro, Lia Montalti, Marcella Zappaterra, Roberta Mori, Manuela Rontini, Silvia Zamboni, Massimo Bulbi, Marilena Pillati, Stefania Bondavalli, Federico Alessandro Amico, Luca Sabattini, Matteo Daffada’, Marco Fabbri, Giulia Pigoni.

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