Può una fattoria coltivare la pace? Può un uomo che insegna a non odiare difendersi e superare le difficoltà? Può un uomo che vive nella terra più martoriata dai conflitti parlare di comprensione fra i popoli? Sembra utopia, ma la vita di Daoud Nassar dimostra che tutto questo è possibile: primo non sentirsi vittime, secondo non odiare i propri oppressori, terzo essere costruttore di pace.
Il prossimo, sarà un 11 settembre di pace per l’Assemblea legislativa regionale, che proprio nella data simbolo di alcune delle più grandi tragedie del secondo dopoguerra (dal golpe di Pinochet in Cile all’attentato alle Torri Gemelle di New York) organizzerà una serata dedicata alla vita di Daoud Nassar. Nassar, 46 anni, cristiano palestinese, è uno dei leader della nonviolenza del suo Paese grazie all’originale programma «Tenda delle Nazioni», iniziato nella fattoria di famiglia presso Betlemme per promuovere la tolleranza e il dialogo nei territori interessati dalle tensioni tra palestinesi e israeliani.
Nassar racconterà pubblicamente la sua storia, il suo impegno pacifista, mercoledì 11 settembre prossimo, alle ore 21, durante “Resistere per costruire”, appuntamento pubblico organizzato dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Bologna, dell’Arcidiocesi di Bologna e dell’Università di Bologna.
L’appuntamento è nella Sala Guido Fanti dell’Assemblea legislativa, in viale Aldo Moro 50, a Bologna. A fare gli onori di casa la presidente del Parlamento regionale Simonetta Saliera e, dopo un saluto di don Marco Bonfiglioli, parroco di Calderara di Reno, nel bolognese, che nel lontano 2017 ospitò Nassar in una delle sue prime uscite pubbliche in Italia, e di don Massimo Ruggiano, vicario episcopale per la carità dell’Arcidiocesi di Bologna, sarà proprio Daoud Nassar a raccontare cosa significa vivere da cristiano palestinese in Medio Oriente nonché quali difficoltà supera quotidianamente nella sua vita nonviolenta e pacifica.
“La sua straordinaria esperienza è un momento di riflessione e di impegno per tutti noi. Leali all’articolo 11 della Costituzione italiana, che ci insegna a ripudiare la guerra e la violenza, abbiamo sentito il dovere di offrire ai nostri concittadini questo momento di conoscenza e di arricchimento reciproco”, spiega la presidente Saliera, che sottolinea come “pace vuol dire riconoscere agli altri quegli stessi diritti che si vuole riconosciuti a se stessi”.
A dare il senso dell’intera serata è proprio Daoud Nassar: “Ci troviamo- spiega- in una situazione di grande conflitto ben nota a tutti, che fa davvero male non solo a me, alla mia famiglia, alla mia terra ma anche ai miei vicini di casa, che siano ebrei o musulmani. Il desiderio di pace, comunque sia, non è spento, anzi è più potente di qualsiasi ingiustizia subita. Ritengo sia sbagliato rispondere combattendo con violenza, perché produce male da tutte le parti e soprattutto non è vero che si ottiene un risultato soddisfacente”.