Contrasto alla violenza di genere, impegno per la parità dei diritti e una società che affermi davvero i valori della Costituzione italiana, a partire dalla rimozione delle diseguaglianze.
Con un titolo, “Voci di libertà. Un impegno comune per contrastare la violenza di genere”, che da solo vale un programma politico, la commissione Parità presieduta da Elena Carletti ha tenuto a battesimo la prima seduta della Conferenza regionale delle elette, l’organismo – introdotto dalla legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere – di cui fanno parte tutte le sindache e le consigliere dell’Emilia-Romagna e a cui sono invitati anche i rappresentanti delle Giunte con delega alle Pari opportunità. Al centro dell’attività il contrasto alle violenze di genere, un fenomeno che, numeri alla mano, rimane drammatico: nel 2024 in Emilia-Romagna, infatti, ci sono stati 12.802 contatti complessivi ai centri antiviolenza con 2.521 nuove donne in percorso, 394 donne ospiti nelle case rifugio con 364 figli minori ospitati.
A fare gli onori di casa è stato il presidente dell’Assemblea legislativa Maurizio Fabbri che ha ricordato come “compito delle istituzioni è impegnarsi per promuovere una cultura dei diritti a partire dall’educazione all’affettività, che non è una scelta ideologica ma una forma di educazione civica e di prevenzione. La libertà si costruisce con risorse stabili e strutturali. Servono politiche attive del lavoro, percorsi personalizzati, contratti veri, welfare territoriale. Perché l’indipendenza economica è il primo presidio democratico. È necessario dare vita a una grande alleanza che punti a contrastare la violenza sulle donne e a renderle davvero libere. La conferenza delle elette serve anche a questo: a creare confronto su idee e linee guida coinvolgendo tutte le istituzioni, dal più piccolo Comune alla Regione”.
“Il nostro impegno è quello di aiutare le donne, di sostenere chi subisce una violenza e ancora prima di realizzare attività di prevenzione per sostenere i necessari cambiamenti culturali: vogliamo che la Conferenza delle elette diventi itinerante sul territorio”, spiega la presidente Carletti.
Gli impegni e l’attività della Regione sono stati illustrati dall’assessora alle Pari Opportunità Gessica Allegni per la quale “la violenza e le molestie nel mondo del lavoro non sono in alcun modo tollerabili. Bisogna rafforzare sempre più la dignità delle donne”. Allegni ha ricordato le principali attività della Regione sul tema: dalla firma di protocolli con Cgil, Cisl e Uil per contrastare molestie e violenze sui posti di lavoro ai fondi per rendere le donne vittime di violenza autonome sul piano lavorativo e abitativo, passando per la campagna di informazione realizzata dalla Regione. A tal fine, anche nel 2025 la Regione ha stanziato 1,3 milioni di euro per il Reddito di libertà in aggiunta ai fondi statali e 750mila euro per sostenere il percorso delle donne vittime di violenza verso l’indipendenza abitativa e lavorativa. Previste anche nuove risorse per oltre 4 milioni di euro, di cui: 3,3 milioni per il funzionamento dei 23 centri antiviolenza e delle 56 case rifugio attive sul territorio regionale; 396mila euro che saranno destinati ai Comuni e alle Unioni di Comuni per realizzare nuovi centri antiviolenza o per potenziare quelli esistenti, creare nuovi sportelli, ampliare gli orari per il pubblico e migliorare l’accessibilità ai servizi; altri 321mila euro saranno ripartiti, sempre nei comuni sedi di Centri antiviolenza, per attivare azioni di prevenzione primaria alla violenza di genere rivolte alle giovani generazioni in ambito, educativo, scolastico, culturale, sportivo e aggregativo, in collaborazione con i centri antiviolenza.
La testimonianza delle scrittrici
A dare man forte ai valori espressi dalla Conferenza delle elette, due testimonianze dal mondo della cultura: Bibi Khudeja, autrice di “Lupo solitario. Un matrimonio forzato, due figli da proteggere, una libertà conquistata“, e Emma Serpa, autrice di “E poi quel giorno accadde“.
“Mi sono trovata di fronte alla costrizione di un matrimonio combinato in Pakistan, da cui sono uscita grazie all’amministrazione di Novellara che si è mossa per farmi rientrare in Italia – spiega Khudeja -. E poi mi sono trovata a dover fare i conti con una seconda situazione di violenza. Il tema del giudizio esterno è uno di quegli elementi che trattiene in quella situazione di violenza, solo guardando i miei due bambini mi sono resa conto di doverne uscire. La violenza si manifesta in tanti modi diversi, nessuna di queste deve toglierci il desiderio di riappropriarci della nostra dignità e della nostra autonomia. Mentre Serpa racconta che ‘lui’ “nell’ultimo periodo dormiva con un coltello nel comodino, mi definisco una sopravvissuta. Dalla mia storia ho capito che l’errore più grande è non chiedere aiuto, ma ancora di più avere la paura di farlo. Bisogna agire sulla prevenzione, lavorare sull’educazione dei bambini sin da piccoli, ci vogliono azioni sempre più concrete.
Il dibattito
“Dobbiamo affrontare il tema della violenza assistita che colpisce oltre 20mila bambini all’anno, ma è troppo sottaciuta”, spiega Kaur Kirajit, consigliera comunale di Novellara, in provincia di Modena, mentre Marina Malpensa, assessora al Comune di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, invita a puntare sull’educazione degli studenti, anche facendo sì che quelli più grandi facciano da “docenti” a quelli più piccoli: “A San Lazzaro – spiega – lo facciamo da dieci anni in due scuole”.
“La violenza di genere non è il problema della singola donna, ma dell’intera comunità. La violenza nel senso ampio (verbale, fisica, ecc…) è in aumento. Bisogna fare di più per rendere le donne da situazioni di violenza”, spiega Anna Paragliola, vicesindaca di Vignola, in provincia di Modena.
“Ringrazio tutte le intervenute che dimostrano quanto sia grande la rete sul territorio grazie al lavoro di tante amministratrice locali: concordo con la proposta della presidente Carletti di fare riunioni della Conferenza itineranti sul territorio”, spiega Simona Lembi (Pd).
Ringrazio tutte le ospiti di questa conferenza, grazie anche a tutte le amministratrici. Come Regione dobbiamo intervenire su problemi che ritengo attuali: ad esempio, se un uomo condannato per reati di violenza deve intraprendere percorsi specifici per ottenere la sospensione condizionale della pena deve usufruire di centri specifici che sono a pagamento; bisogna, invece, che ci siano strutture pubbliche che fanno questo”, spiega Ferdinando Pulitano (FdI).
Ad intervenire Erica Tacchini consigliera comunale Correggio (Reggio Emilia): “Se ci sono progetti che nei piccoli comuni possiamo portare avanti è grazie alle risorse che vengono stanziate dalla Regione. Mi fa piacere che ci siano 15 centri dedicati agli uomini maltrattanti, ma soprattutto che ci sia un’importante rete di centri antiviolenza”.
Per Maria Costi (Pd) “il tema dell’indipendenza economica è la prima base. Inoltre, oggi che è la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza vorrei sottolineare che i bambini e gli adolescenti spesso non hanno voce: quando c’è la violenza contro le donne c’è anche la violenza contro i minori. Non è un tema solo femminile ma di tutta la comunità”.
“Il 50 per cento delle vittime indica il partner attuale come l’autore delle violenze, moltissime dicono di averle subite per anni”, spiega Vincenzo Paldino (Civici), per il quale “c’è una propensione a perpetuare nel tempo queste violenze. Bene dire denunciate, ma dobbiamo insegnare agli uomini come ci si comporta, e in questo la scuola è fondamentale”. Sulla stessa linea Niccolò Bosi (Pd) che parla della scuola come “punto di svolta. Dobbiamo educare i giovani all’affettività, sono gli stessi studenti a chiederlo e concordo sul fatto che dovrebbe avvenire in ogni ordine e grado senza il consenso delle famiglie. Affinché tutti abbiano le stesse opportunità”.
(Giorgia Tisselli e Luca Molinari)



