I direttori delle Ausl verifichino se le manifestazioni antiaborto davanti a ospedali e consultori ostacolano il diritto alla salute. A chiederlo è una risoluzione congiunta Movimento 5 Stelle e Allenza Verdi Sinistra a firma Lorenzo Casadei (M5S, primo firmatario), Paolo Trande (Avs), Simona Larghetti (Avs) e Paolo Burani (Avs).
“In diverse realtà italiane si sono registrati episodi di pressioni psicologiche e intimidazioni, spesso celate sotto forma di “preghiere”, da parte di attivisti anti-aborto, cosiddetti “pro-life”, nei pressi dei luoghi di tutela della salute delle donne e segnatamente della salute riproduttiva delle donne (consultori, cliniche e ospedali), ostacolando l’accesso ai servizi previsti dalla normativa vigente o mostrando cartelli con slogan che hanno l’obiettivo di colpevolizzare la libera scelta di ricorrere all’IVG”, spiegano i firmatario della risoluzione.
Da qui la risoluzione per invitare i Direttori Generali della Aziende Sanitarie in cui si svolgono tali manifestazioni davanti ai luoghi di cura (consultori, ospedali, cliniche) a mettere in discussione in tutte le sedi competenti la questione della “opportunità” e “compatibilità” di tali manifestazioni con la necessità di garantire piena serenità e il diritto all’accesso dei pazienti e delle donne in tali strutture e, nel caso di auspicabile valutazione negativa di opportunità e/o compatibilità, di segnalare il parere alla locale Prefettura di riferimento.
Ai vertici dell’Ausl si chiede “di verificare che il ricorso all’IVG farmacologica con RU486, meno invasivo e gestibile in larga parte a domicilio, sia effettivo e agibile in ogni parte della nostra regione”. C’è poi la richiesta di sollecitare il Parlamento e il governo affinché adottino una normativa che istituisca “zone di accesso sicuro” attorno ai consultori, alle cliniche e agli ospedali per la salute riproduttiva, garantendo alle donne l’accesso ai servizi sanitari in un ambiente libero da pressioni e intimidazioni.
Altra richiesta è “promuovere azioni di monitoraggio per verificare l’impatto delle manifestazioni in prossimità delle strutture sanitarie e valutare l’adozione di eventuali provvedimenti aggiuntivi per tutelare i pazienti e il personale medico”.
(Luca Molinari)