La Regione smentisca o meno “l’affermazione riguardo all’assenza di contributi pubblici per l’edizione in corso del Summer Pride, contenuta sul sito ufficiale sotto la voce ‘Sostienici’, confermando quindi di aver stanziato il citato contributo di 15.862,50 euro per le annualità 2023-2024 (in particolar modo 7.931,25 euro per l’annualità 2024)”.
Il consigliere Matteo Montevecchi (Gruppo indipendente) si rivolge alla giunta con un’interrogazione relativa alla Pride week, che si svolge a Rimini e Riccione dal 31 luglio al 3 agosto, con la parata finale a Rimini il 4 agosto. Oltre alle risorse, il consigliere chiede se la giunta “intende prendere le distanze dal ‘manifesto politico’, ogni anno sempre più estremo, promosso dal Summer Pride, dal momento in cui, oltre al finanziamento che risulta essere stato stanziato dalla Regione, a questa edizione ha presenziato attivamente anche la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, Emma Petitti”. Inoltre, Montevecchi invita la Regione “a sollecitare il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Claudia Giudici, affinché possa esprimersi riguardo alle ‘Letture arcobaleno per bambinɜ’ che si sono svolte mercoledì 31 luglio 2024 e per sapere se ha intenzione altresì di ricordare e chiarire che il continuo e martellante utilizzo della schwa, che deforma la lingua italiana per annullare le differenze tra maschi e femmine, è stato bocciato sonoramente dall’Accademia della Crusca”.
Il consigliere ricorda che gli organizzatori, sul sito del Summer Pride, indicano “l’assenza di contributi pubblici”, ma la delibera del 3 aprile 2023 indica che sono stati stanziati 15mila e 800 euro per il 2023-2024. Inoltre, sottolinea Montevecchi, “le richieste contenute all’interno del ‘manifesto politico’ dell’evento riguardano: percorsi non medicalizzati di affermazione di genere, ripristino e diffusione dei protocolli per i bloccanti della pubertà, snellimento e semplificazione delle procedure per il cambio del nome anagrafico, favorire le carriere alias non medicalizzate nelle scuole della regione di ogni ordine e grado, il pieno riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, la legittimazione di fatto della pratica dell’utero in affitto, il riconoscimento del certificato di filiazione europeo, la garanzia del diritto reale di interruzione volontaria di gravidanza per le donne superando l’obiezione di coscienza, l’eliminazione del vincolo eterosessuale e bigenitoriale delle pratiche di procreazione medicalmente assistita e le adozioni per coppie omosessuali”.
(Gianfranco Salvatori)