“Sostenere i Saharawi (anche attraverso iniziative di cooperazione) e mantenere attiva l’attenzione rispetto alla crisi umanitaria del Sahara Occidentale, condannando, anche, ogni azione e proclama che si pongano in contrasto con l’affermazione e con il riconoscimento dei diritti umani e con il legittimo diritto all’autodeterminazione di questo popolo”.
A chiedere al governo regionale di confermare l’impegno nei confronti del popolo Saharawi sono venti consiglieri regionali (sia di maggioranza sia di opposizione), con una risoluzione (primo firmatario Antonio Mumolo) approvata dall’Aula all’unanimità.
L’atto è stato sottoscritto anche dalla presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti, oltre che dai consiglieri Andrea Costa, Nadia Rossi, Matteo Daffadà, Stefania Bondavalli, Federico Alessandro Amico, Marco Fabbri, Luca Sabattini, Gabriele Delmonte, Francesca Maletti, Palma Costi, Silvia Zamboni, Marco Mastacchi, Igor Taruffi, Valentina Castaldini, Marcella Zappaterra, Manuela Rontini, Roberta Mori e Stefano Caliandro.
“A seguito dell’invasione iniziata nel 1976- spiega Antonio Mumolo illustrando l’atto- il Marocco esercita sui territori del Sahara Occidentale un’illegittima occupazione militare (in violazione delle disposizioni di diritto internazionale umanitario), a cui è conseguita l’imposizione, anche mediante il ricorso alla forza, di vincoli di egemonia politica, economica e finanziaria, in totale disconoscimento dei diritti umani e del diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi”. Nel dicembre 2020 – ricorda il consigliere -, “il presidente degli Stati Uniti uscente, Donald Trump, ha riconosciuto come legittime le pretese di sovranità avanzate dal Regno del Marocco nei confronti del Sahara Occidentale occupato”. In risposta – prosegue il dem – “il Fronte Polisario ha reso noto un memorandum ‘sull’infondatezza giuridica’ della proclamazione, articolando dettagliatamente le motivazioni di diritto internazionale da cui discende, tra l’altro, l’illegittimità delle pretese di sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale”.
Attraverso questa risoluzione, quindi, – sottolinea Mumolo – “si esprime adesione alle iniziative di cooperazione decentrata a favore del Popolo Saharawi con il coinvolgimento di enti locali, associazioni e organizzazioni, Università presenti sul territorio emiliano- romagnolo; si aderisce inoltre alle iniziative di sostegno, anche promosse da associazioni, organizzazioni e altri soggetti appartenenti al Tavolo-Paese Saharawi, per mantenere attiva l’attenzione sulla crisi umanitaria del Sahara Occidentale; si condanna ogni azione in contrasto con l’affermazione e con il riconoscimento dei diritti umani e del legittimo diritto all’autodeterminazione del Popolo Saharawi, come tutelati dalle Carte e dai Trattati internazionali nonché dalla giurisprudenza delle Corti sovranazionali”.
La scorsa settimana – conclude il consigliere – si è ricostituito in Assemblea legislativa l’Intergruppo di Amicizia con il popolo Saharawi, del quale fanno parte, oltre alla presidente dell’Assemblea legislativa, sedici consiglieri regionali di vari gruppi. Compito dell’Intergruppo è promuovere la corretta conoscenza delle vicende del Sahara Occidentale e realizzare attività di sensibilizzazione per il “popolo del deserto”. L’Intergruppo di amicizia è una realtà esistente dal 2015 per sensibilizzare sulla causa Saharawi e si inserisce nell’ambito della legge regionale 12/2002 sugli “Interventi per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo” a conferma della convinta volontà della Regione di supportare i principi di autodeterminazione dei popoli, di quello Saharawi in particolare, che vive nei campi profughi in attesa di un referendum richiesto anche dall’Onu per la propria indipendenza.
Gabriele Delmonte (Lega), nel criticare il metodo col quale si è addivenuti alla redazione e alla presentazione della Risoluzione, in quanto “il coinvolgimento dei gruppi di minoranza è stato pressoché nullo”, conferma comunque l’adesione al contenuto e alle finalità dell’atto d’indirizzo.
Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Barcaiuolo (Fdi), che rimarca: “Il metodo di lavoro di un Intergruppo deve essere la collaborazione e la condivisione. Non ci sono state, e questo è squalificante per un intergruppo appena costituito nonché umiliante per chi vi partecipa”.
Andrea Costa (Pd), invitando a superare le incomprensioni fra i gruppi assembleari rispetto a un tema sul quale c’è idem sentire, ricorda l’esperienza dell’associazione reggiana Jaima Saharawi (appartenente al tavolo regionale sul Saharawi), “sempre distintasi nell’impegno a rinnovare il sostegno ai precetti della legalità internazionale, allo stato di diritto e al rispetto rigoroso del diritto del popolo Saharawi di decidere liberamente e democraticamente del suo status politico”. A Costa fa eco la dem Roberta Mori, che ricorda “il lavoro comune per una causa comune che caratterizza l’Intergruppo, sottolineando il ruolo di assoluta rilevanza delle donne Saharawi nella causa dell’autodeterminazione e dell’indipendenza di questo popolo”. Un appello, infine, “a evitare contrasti speciosi lesivi dell’unità d’intenti e d’azione che deve connotare l’Intergruppo” viene dalla capogruppo del Pd Marcella Zappaterra, che ribadisce il voto favorevole dei dem all’atto d’indirizzo.
Igor Taruffi (ER Coraggiosa) annuncia il voto favorevole all’atto d’indirizzo, ricordando l’impegno fattivo per la causa del popolo Saharawi che sempre ha contraddistinto, anche con la partecipazione a delegazioni regionali in vista nel Saharawi, la forza politica cui appartiene.
Silvia Zamboni (Europa Verde), nel ribadire il proprio impegno per la causa del popolo Saharawi, invita l’Aula a concordare un’imminente presa di posizione a favore del popolo Birmano, vittima di un golpe militare drammaticamente sanguinoso.
“L’impegno trentennale a fianco del popolo Saharawi- ricorda la presidente Emma Petitti a margine della discussione della risoluzione- è uno dei più longevi e sentiti dalla nostra Regione oltre che dalle istituzioni e dalla nostra società civile. L’Emilia-Romagna ha una grande capacità di costruire relazioni vere e autentiche, anche a servizio di battaglie politiche, culturali e umanitarie. In questa crisi globale dovuta all’emergenza sanitaria non si può correre il rischio di ulteriori tensioni o peggio di conflitti nel Nordafrica. Noi, come Regione, la nostra parte la stiamo facendo. Chiediamo anche al ministero degli Esteri italiano, alla comunità internazionale e all’Europa di non restare a guardare e di mettere in atto le azioni necessarie per dare risposte a un popolo che da più di 40 anni vuole affermare la propria identità e la propria libertà”.
(Cristian Casali e Luca Govoni)