Parità, diritti e partecipazione

Diritti. Ok da commissione Parità ai patrocinii ai Pride 2018, scontro tra maggioranza e opposizione/ foto

Piccinini (M5s): “Il Pd non presidia questi temi”. Replica la dem Rossi: “Sostenete un governo con un ministro, Fontana, che non riconosce i diritti delle famiglie arcobaleno”. Andrea Liverani (Ln) e Michele Facci (Misto-Mns): “I gay pride non c’entrano nulla con i diritti civili”

Discussione accesa in commissione per la Parità e per i diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, sull’invito a Giunta e Assemblea da parte della consigliera Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle, formulata attraverso una risoluzione, di concedere, se richiesto, il patrocinio ai Pride 2018 in programma nelle prossime settimane nel territorio regionale, in particolare a Bologna.

I pride, in Italia come in molti altri paesi, si svolgono, ha rimarcato la pentastellata, “in prossimità della ricorrenza della rivolta di Stonewall a New York, ritenuta simbolicamente la data di inizio del movimento per i diritti delle persone omosessuali”. La consigliera ha voluto anche solidarizzare con l’avvocato e attivista lgbt di Bologna, Cathy La Torre, minacciata di morte.

Nadia Rossi del Partito democratico ha parlato di approccio strumentale dei 5 stelle a queste tematiche: “Piccinini, evidentemente, si è persa il lavoro portato avanti in Emilia-Romagna sul tema dei diritti lgbt”. Sul tema patrocini, in particolare, ha ricordato che “è stato concesso ai gay pride ogniqualvolta è stata presentata domanda, come per le edizioni 2016 e 2017 del Rimini summer pride, oltre al gay pride 2017 di Reggio Emilia”. Per le edizioni del 2018, ha invece evidenziato la consigliera del Pd, “non è pervenuta alcuna richiesta, neppure da Bologna”. Rossi ha poi voluto ricordare che i 5 stelle “appoggiano un governo con un ministro, Fontana, che non riconosce i diritti delle famiglie arcobaleno”. La consigliera ha comunque confermato il sostegno del Pd all’atto d’indirizzo, chiedendo però due integrazioni, per avallare l’impegno della Regione su queste tematiche.

Anche Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha parlato di “governo fortemente ambivalente, contraddittorio”, evidenziando che “l’alleato Salvini ha dichiarato che esiste un solo tipo di famiglia”. La consigliera ha inoltre evidenziato che “nel recente contratto di governo non c’è una sillaba su queste tematiche”.

Andrea Liverani (Ln) ha criticato il contenuto della risoluzione: “I gay pride sono manifestazioni ideologiche e di parte, non c’entrano nulla con i diritti civili”.

Sulla stessa linea del leghista Michele Facci (Misto-Mns): “Si confonde quella che è la lotta per i diritti civili con una sorta di diritto incondizionato a ostentare posizioni che spesso e volentieri sconfinano nella blasfemia, come nel caso della manifestazione del Cassero di Bologna in cui è stata tirata in ballo la passione di Cristo”. L’istituzione, ha concluso, “deve tutelare i diritti universali, con le forme più opportune, evitiamo invece di avvallare manifestazioni di questo tipo”.

Per Yuri Torri (Si), al contrario, “questa manifestazioni si inseriscono in pieno nella lotta per i diritti civili, chiediamo anzi di consolidare l’impegno su questi argomenti, riconoscendo tutte le differenze che ci sono nella società”. Dobbiamo garantire, ha ribadito, “i diritti e le pari opportunità delle persone lgbt e delle loro famiglie, contrastando ogni forma di discriminazione”.

È poi arrivata la replica della consigliera Piccinini alla collega Rossi: “Non prendo lezioni da voi, il Pd non è più partito di sinistra, non presidia questi temi”. Quando in passato si è parlato di questi argomenti, ha aggiunto, “qualcuno dei vostri colleghi è uscito dall’aula per non votare”. Le associazioni, ha concluso la pentastellata, “chiedono da anni una legge, ma non abbiamo visto alcun testo”. La consigliera Rossi, in risposta, ha quindi evidenziato quelle che sono le contraddizioni all’interno del Movimento: “Chiaritevi le idee, a Udine avete contestato l’Università per l’appoggio al pride, mentre il sottosegretario Spadafora, del vostro partito, ha partecipato al pride di Pompei”. L’esponente del Pd ha anche ricordato che la delegazione pentastellata, “proprio per queste contraddizioni, è stata fischiata al pride di Milano”.

Al termine della seduta la presidente Mori ha confermato l’impegno su prevenzione e contrasto alle discriminazioni di genere: “L’Emilia-Romagna è l’unica regione che ha previsto un coordinamento, coinvolgendo le amministrazioni pubbliche, su queste tematiche”.

Il documento del M5s è stato approvato con i voti della maggioranza, voto contrario invece da Lega e misto-Mns. Due gli emendamenti approvati, presentati da Pd, Si e Misto-Mdp.

(Cristian Casali)

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