Parità, diritti e partecipazione

Pd-Avs-Civici-M5s: stop al massacro di Gaza; riconoscere lo Stato della Palestina

Il governo italiano si impegni per il cessate il fuoco a Gaza e per il riconoscimento dello Stato della Palestina. A chiederlo è una risoluzione a firma di tutti i capigruppo di maggioranza in Assemblea legislativa (Paolo Calvano (Pd), Simona Larghetti (Avs), Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale), Lorenzo Casadei (Movimento 5 Stelle)) e sottoscritta dai consiglieri Pd Alice Parma, Simona Lembi, Maria Costi e dal Civico Giovanni Gordini. La risoluzione chiede alla Regione Emilia-Romagna di intervenire nei confronti del governo italiano perché ci sia un impegno a risolvere il dramma in corso in medio Oriente chiedendo anche sanzioni europee verso Israele e la piena attuazione dei mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale per i responsabili dei massacri in corso a Gaza.

“Da giorni a Gaza centinaia di palestinesi, malgrado lo stato di guerra, hanno protestato nel Nord di Gaza contro Hamas e per la prima volta hanno invocato apertamente la fine del loro controllo, mostrando quanto la volontà di ribellarsi ad Hamas sia aumentata fra la popolazione civile nonostante le ritorsioni prontamente messe in atto dai miliziani. Da giorni migliaia di israeliani stanno manifestando a Tel Aviv e Gerusalemme contro il Governo, accusando Netanyahu di violare i principi democratici e di stare prolungando la guerra a Gaza per mero interesse politico, mettendo a rischio la vita degli ostaggi ancora in mano ad Hamas”, spiegano i firmatari della risoluzione per i quali “numerose risoluzioni internazionali, anche risalenti agli accordi di Oslo, hanno affermato il diritto del popolo palestinese alla costituzione di uno Stato, ma tale diritto non ha mai trovato piena attuazione nella realtà, anche a causa della persistente assenza di una volontà politica concreta da parte della comunità internazionale e degli attori direttamente coinvolti, capace di trasformare quelle dichiarazioni in azioni effettive”.

Da qui la richiesta di “sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e la liberazione dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, la protezione della popolazione civile di Gaza, la fine dei crimini di guerra e contro l’umanità in atto e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano scongiurando il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah; il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 con il ritiro degli insediamenti coloniali israeliani dai territori della Cisgiordania e di Gerusalemme Est e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo, al fine di preservare nell’ambito del rilancio del Processo di Pace la prospettiva dei ‘due popoli, due Stati’”.

“Bisogna promuovere – forte dell’impegno assunto nel 2014 dal Parlamento europeo – il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele e – proseguono i firmatari – sostenere il cosiddetto ‘Piano arabo’ per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza anche alla luce del favore di larga parte della comunità internazionale, assicurando il pieno coinvolgimento delle forze democratiche e della società civile palestinese, respingendo e condannando qualsiasi piano di espulsione dei palestinesi da Gaza e Cisgiordania”.

Fra gli obiettivi ci sono “sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023, al fine di scongiurare che tali armamenti possano essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, nonché a sostenere e farsi promotore, a livello europeo con gli altri Stati membri, di opportune iniziative volte alla totale sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, nel rispetto della posizione comune sulle esportazioni di armi e del Trattato sul commercio di armi dell’Onu, come richiesto dalla risoluzione approvata il 5 aprile 2024, dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite e provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele, anche in considerazione dei dati emersi dalla Relazione dell’anno 2025, trasmessa alle Camere”.

Netta anche la richiesta di “sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania e a esigere la tutela dell’incolumità della popolazione civile della Cisgiordania, richiedendo che lo Stato di Israele cessi ogni operazione militare, l’occupazione militare illegale di tali territori e l’illegale creazione e sostegno di insediamenti israeliani”.

(Luca Molinari)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

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