“Qual è il modello di intervento su cui è basato il progetto denominato casa arcobaleno di Reggio Emilia?”.
A porre il quesito generale che riassume un atto ispettivo particolarmente articolato sono i leghisti Maura Catellani (prima firmataria) insieme ai colleghi Matteo Montevecchi, Fabio Liverani e Valentina Stragliati.
L’oggetto delle delucidazioni richieste da Catellani è la casa arcobaleno di Reggio Emilia, annunciata nello scorso novembre presso il municipio di Reggio Emilia e destinata ad essere, secondo le parole del Presidente Arcigay Gioconda, “un rifugio sicuro dove accogliere le persone Lgbti+ in fuga da situazioni familiari o sociali di rifiuto e talvolta di violenza”.
Proprio sulle modalità di collaborazione tra il comune di Reggio Emilia e l’associazione Arcigay Gioconda si concentrano la maggior parte dei quesiti posti dalla consigliera leghista. In particolare Catellani chiede “a che titolo ed esattamente con quale ruolo e attraverso quali strumenti legislativi il soggetto ACER (strumento del quale i Comuni e la Provincia di Reggio Emilia si avvalgono per la gestione unitaria del patrimonio di ERP) sia coinvolto nel progetto casa arcobaleno di Reggio Emilia”. Oltre a chiedere informazioni dettagliate sulla proprietà dell’immobile messo a disposizione, l’esponente del Carroccio chiede l’eventuale livello di coinvolgimento della Regione nel progetto e “a che titolo e con quale modalità e strumenti legislativi il soggetto Arcigay Gioconda di Reggio Emilia sia stato individuato di fatto quale unico soggetto erogatore dei servizi della casa arcobaleno”.
Ulteriori quesiti, poi, riguardano i titoli di accesso alla casa arcobaleno e “se fra i soggetti che possono accedere all’accoglienza abitativa di casa arcobaleno e relativi servizi sono ricompresi anche soggetti minorenni”.
In fase di replica l’Assessora alle Pari opportunità Barbara Lori ha chiarito che “il progetto, che non vede in alcun modo il coinvolgimento della Regione Emilia-Romagna, fa seguito al documento di programmazione del Comune di Reggio Emilia per l’accoglienza temporanea di persone Lgtbi* in difficoltà”. L’Assessore ha poi sottolineato che l’immobile è di proprietà comunale e nella sua gestione non è stata coinvolta ACER. “La gestione della casa arcobaleno -continua Lori- è stata affidata all’Associazione Arci Gay Gioconda tramite procedura di evidenza pubblica”. Per quanto riguarda la definizione dei requisiti per l’accesso alla struttura, l’Assessora ha chiarito “che amministrativamente non è verificabile l’orientamento sessuale in quanto pratica discriminatoria e la gestione degli accessi è demandata ad Arci Gay”. Il progetto, infine, è stato giudicato da Lori come “lodevole e coerente con la normativa e le linee guida regionali contro le discriminazioni da orientamento sessuale”.
La consigliera Catellani si è detta “assolutamente insoddisfatta e preoccupata per le risposte ottenute. Come si fa a definire lodevole e coerente un progetto privo di criteri oggettivi per l’accesso a questo servizio? Dov’è la tutela dei diritti di tutti in questa gestione?”.
(Luca Boccaletti)