Sanità e welfare

Trande (AVS): “Garantire piena applicazione della legge sul testamento biologico”

In una risoluzione sottoscritta anche da esponenti del Partito democratico, del gruppo Civici con de Pascale e dal Movimento 5 stelle, si chiede alla giunta di creare un registro unico regionale delle Dat e di integrarle anche nel fascicolo sanitario elettronico

Garantire la piena attuazione della Legge 219/2017 in materia di disposizioni anticipate di trattamento (testamento biologico).

È quanto chiede alla giunta regionale il consigliere Paolo Trande (AVS, primo firmatario) in una risoluzione firmata anche da Giovanni Gordini (Civici con de Pascale), Lorenzo Casadei (M5s), Simona Larghetti e Paolo Burani (AVS) e dai consiglieri del Partito democratico Marcella Zappaterra, Andrea Costa, Elena Carletti, Francesca Lucchi, Anna Fornili, Alice Parma, Emma Petitti.

Nel documento, i firmatari chiedono di “regolamentare la raccolta di copia delle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT) presso le strutture sanitarie e il loro inserimento nella banca dati, istituendo inoltre una sezione regionale del registro delle DAT, in raccordo con il fascicolo sanitario elettronico”.

“L’attuazione della legge – spiegano i consiglieri – è risultata disomogenea fra le diverse regioni e, in molti casi, persino fra le strutture sanitarie all’interno della stessa regione, creando difficoltà nella registrazione delle DAT e nell’accesso alle stesse. Numerosi cittadini segnalano difficoltà nel reperire informazioni chiare sulle modalità di deposito e registrazione delle proprie disposizioni anticipate di trattamento”.

Secondo i firmatari “l’introduzione della digitalizzazione in campo sanitario rappresenta un’opportunità per garantire l’effettiva tracciabilità e accessibilità delle DAT, evitando il rischio che le volontà espresse dai pazienti non vengano rispettate per difficoltà di reperimento della documentazione”. E, a tal proposito, “l’integrazione delle DAT nel fascicolo sanitario elettronico potrebbe facilitare l’accesso alle stesse da parte dei medici curanti e delle strutture sanitarie in caso di necessità”.

In Emilia-Romagna, “l’assenza di un registro unico regionale funzionante rischia di compromettere il diritto all’autodeterminazione del paziente, con il pericolo che le volontà espresse nelle DAT non vengano rispettate in situazioni di emergenza”, si evidenzia nel documento nel quale, fra l’altro, viene richiamato il disciplinare introdotto nel 2020 dalla Regione Toscana. 

Da qui la risoluzione con la quale si chiede un impegno alla giunta in tal senso, oltre a prevedere “specifiche campagne di informazione per cittadini e professionisti sanitari” sia in materia di DAT che di pianificazione condivisa delle cure.

(Brigida Miranda)

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