Infrastrutture e trasporti

Discusso in Aula il Piano Regionale Integrato dei Trasporti 2022-2025

Documento contestato dalle opposizioni: “Contieni dati non più attuali”. Domani l’esame degli emendamenti e il voto finale. Assessore Corsini: “Critiche prive di contenuto, è un documento strategico”

Approfondito dibattito in Assemblea legislativa sul Piano regionale integrato dei trasporti Prit 2025. Giovedì 23 dicembre si esamineranno gli emendamenti e si arriverà al voto finale. Subito dopo sarà discusso e votato il Piano della Mobilità sostenibile.

Il Prit, adottato nel 2019, vuole favorire la mobilità regionale attraverso le infrastrutture e “conciliando i tempi di vita e di lavoro dei cittadini”, come ha affermato l’Assessore a mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo, commercio, Andrea Corsini.

Gli obiettivi del trasporto su ferro sono l’incremento dell’efficacia dei servizi e cadenzamenti regolari a 30 e 60 minuti nonché un miglioramento del materiale rotabile sulle linee Bologna-Rimini e su Ravenna per aumentare del 50% i passeggeri. La rete ferroviaria regionale, poi, avrà una nuova elettrificazione e il raddoppio selettivo insieme con più alti standard di sicurezza e con l’eliminazione di passaggi a livello.

Il Trasporto pubblico locale (Tpl) avrà una migliore governance, la carta unica della mobilità, la tariffazione integrata, il nuovo patto del Tpl, per puntare a un aumento del 10% di passeggeri.

Riguardo a merci e logistica, si potenzierà la piattaforma logistica integrata regionale per incentivare il trasporto ferroviario regionale. Si ridurrà l’inquinamento e si decongestionerà il traffico con la diminuzione dei mezzi pesanti. “Obiettivo: incremento del trasporto merci del 30%, puntando a una ripartizione modale  del 13%. La piattaforma logistica integrata può contare su: infrastrutture previste su ferro (Bologna-Prato) per avere più capacità di carico dei treni, la linea Dinazzano-Marzaglia, la Spezia-Parma attraverso la Pontremolese (finanziata con il Pnrr), il completamento dello scalo merci Villa Selva e il porto di Ravenna (46,5 milioni per gli scali merci).

Il dibattito in Aula

Prima dell’esame dell’atto ha preso la parola il Capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Lisei per una questione pregiudiziale. Lisei, che già si era opposto all’ordine del giorno dell’intera Assemblea a inizio lavori nella mattinata di lunedì, ha contestato nuovamente l’inserimento fra i punti all’ordine del giorno di un oggetto che “viola il dettato della Legge regionale che impone l’approvazione di ogni progetto di Legge o Piano entro 90 giorni dalla presentazione in Assemblea, mentre il PRIT, essendosi formato nella scorsa legislatura, è decaduto al termine del mandato della precedente Assemblea legislativa”.

Dopo il voto negativo dell’Assemblea sulla questione pregiudiziale, Fratelli d’Italia ha richiesto la convocazione della Giunta per il Regolamento in quanto il PRIT “è atto complesso e quindi va trattato con i tempi e le metodiche riservati ad ogni documento di questo genere”. Dopo una riunione della Conferenza dei Capigruppo è quindi arrivata la decisione di riservare a questo oggetto l’iter riservato ad atti complessi.

Dopo l’illustrazione delle linee generali del Piano Regionale Integrato dei Trasporti da parte dell’assessore Corsini, si è svolta la discussione generale sul documento. Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) ha parlato del PRIT come di “un documento non rispondente ai bisogni e alle necessità dei nostri territori, dal momento che votiamo oggi un piano nato e basato su dati dell’era pre-Covid, mentre lo stesso assessore Corsini continua a dirci che con la pandemia tutto il mondo è cambiato”. Il consigliere piacentino si è poi concentrato sulle tematiche peculiari del suo territorio e ha aspramente criticato il rigetto della richiesta di potenziamento della tangenziale di Piacenza e dell’asse di comunicazione sud-ovest. Nell’indicare Passante e People Mover bolognesi e Cispadana come “fulgidi esempi di fallimenti grossolani a fronte di tantissimi annunci fatti nel corso degli anni”, Tagliaferri ha tacciato tutto l’iter di approvazione di questo documento come “un procedimento che emula la storia di Frankestein, dove un dottore egocentrico voleva ridare vita a un corpo morto creando un pericoloso mostro”.

Critico nei confronti del PRIT anche Marco Mastacchi (Rete Civica) che si è rammaricato di partecipare a un dibattito “su un documento nato molti anni fa su cui non è possibile incidere in alcuna maniera”. Il capogruppo di Rete Civica si è poi concentrato sui tanti problemi che assillano un’area abbastanza contenuta come le valli del Setta e del Reno in provincia di Bologna. “In questa zona vi è un elenco così lungo e importante di problematiche da sembrare un bilancio di guerra”. Su tutte le problematiche elencate, Mastacchi richiama alla necessità “di una riflessione più generale sul livello delle infrastrutture in relazione alle mutate esigenze di trasporto e mobilità”.

Massimiliano Pompignoli (Lega) ha esposto due considerazioni, di metodo e di merito. Sul metodo ha affermato che “il documento, nonostante le richieste di portarlo in Aula per l’approvazione, è arrivato in ritardo di due anni e suscita forti perplessità. Forse era meglio riaprire le 53 osservazioni, dare 60 giorni per rivedere posizioni aggiornate e altri 90 per approvarlo. Così avremmo avuto un documento aggiornato”. Entrando nel merito, il consigliere del Carroccio ha sottolineato che “l’opposizione non è contraria alle grandi opere. Il documento, però, è datato. Ad esempio, nel testo si dice che l’aeroporto di Forlì è chiuso: in realtà oggi è aperto”. Secondo Pompignoli, le opere strategiche sono i collegamenti che vanno dalla costa all’entroterra. “Nonostante la pandemia l’attività legislativa è andata avanti e il Piano lo si poteva affrontare anche lo scorso anno. Fra l’altro, oggi abbiamo l’opportunità di risorse dal Pnrr, che però non ci sono nel Prit perché datato e non più modificabile”.

Anche Emiliano Occhi (Lega) ha detto che “il documento è superato. Il Prit riguarda la pianificazione integrata e le risorse future del Pnrr, ma proprio per questo non è possibile applicare la pianificazione integrata a un Piano che ha delle criticità. Il Prit deve coordinarsi con diversi Piani: territoriale, energetico, dell’aria, con la pianificazione dei Comuni. Non erano, però, preventivate le difficoltà emerse in questi due anni di pandemia. Vanno studiati la mobilità alternativa e i carburanti alternativi. Il Piano, inoltre, non considera le necessità degli spostamenti di famiglie e partite Iva, cioè gli autonomi, e anche dei lavoratori”. Riguardo ai nuovo carburanti, Occhi ha suggerito che “la Pianura Padana può sviluppare la filiera del biometano”.

Voce critica sul PRIT anche nella maggioranza. Per Silvia Zamboni (Europa Verde) “le critiche su questo documento non sono certo una novità o un segreto”. Per la capogruppo, il Piano integrato dei trasporti “è un documento datato che si inserisce in un quadro critico come testimoniato dalle condanne europee per lo sforamento delle polveri sottili e non tiene neppure conto dei nuovi target sulle riduzioni dei gas climalteranti in atmosfera”. Di tutt’altro tenore, invece, la posizione di Europa Verde in merito al documento collegato sulla mobilità sostenibile, “che rappresenta in maniera puntuale la nostra visione sulla sostenibilità ambientale in materia di mobilità”.

Per Michele Facci (Lega) il Prit è “un documento irrimediabilmente vecchio e non aggiornato. Presentare alla fine del 2021 un documento che andava approvato 2 anni fa, non può che incorrere in una giusta censura”. Facci si chiede poi “quale efficacia possa avere il Piano dei Trasporti, dato che si tratta documento di assoluta rilevanza strategica che, però, viene approvato con grave ritardo e con dati fuorvianti”. Il consigliere, poi, si astiene dal proporre una qualunque proposta emendativa “in quanto è giusto che questo documento passi alla storia nella sua integrità come testimonianza dell’inefficienza della Giunta”.

“Purtroppo il Prit verrà approvato”, ha esordito Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle). “Questo è un Piano obsoleto, in linea con quello del 1998. Le infrastrutture pensate 30 anni fa non sono in linea con la transizione ecologica di oggi. Il Prit non ha coraggio rispetto ai cambiamenti in corso e necessari. Il nostro voto non sarà favorevole. Ai problemi della mobilità si risponde con grandi opere faraoniche che incentivano il trasporto su gomma: penso alla Cispadana. Ci sono problemi, poi, legati alla qualità dell’aria e alla salute che non trovano soluzione”. La consigliera ha affermato che la “mobilità sostenibile ha aspetti positivi che non compensano però il Prit. Bene il bando che ha un milione in più per incentivare l’acquisto di auto elettriche da parte degli Enti locali”. Per Piccinini “è positivo il trasporto ferroviario, ma vanno eliminati i passaggi a livello. E restano anche i problemi per i pendolari”. La consigliera pentastellata ha chiesto poi chiarezza sulla governance di Fer e sull’ipotesi di vendita della società a Rfi “perché non vorrei che le linee regionali facessero la fine della Porrettana, che si caratterizzata quale fucina di disagi”.

Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha chiesto che cosa vogliano le opposizioni: “Non ho chiare le loro posizioni. La Lega in commissione vota contro, ma in Aula afferma di non essere contraria alle grandi opere. Poche idee, ma confuse”. Il consigliere di Coraggiosa ha scandito “di essere critico verso le arterie stradali Cispadana e Campogalliano-Sassuolo e di averlo sempre sostenuto. Il Passante di mezzo, invece, pur avendo criticità, è un passo in avanti positivo. Il Prit è un Piano complesso e va guardato nella sua interezza”. Per Taruffi “la mobilità sostenibile è una svolta importante. Con i 3,6 miliardi si sbloccano opere importanti (Metro mare, servizio ferroviario metropolitano di Bologna e altri). C’è una svolta ecologica, con il potenziamento delle ferrovie, del Tpl, l’interramento del nodo di Casalecchio”. Taruffi ha concluso dicendo che “il Gruppo ER Coraggiosa non voterà a favore del Prit”.

Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) chiarisce come “non c’è alcuna relazione tra la contrarietà a questo piano e la contrarietà alle grandi opere pubbliche che non appartiene alla linea politica del nostro partito”. Il consigliere modenese sottolinea come il Prit non sia assolutamente attuale, dato che contiene dati riferiti al 2014, 2015 e, nei casi migliori, al 2016. “Meglio sarebbe stato, continua Barcaiuolo, se l’Assessorato avesse aggiornato questi dati per dare al Piano maggiore slancio e maggiore aderenza ai bisogni dei cittadini emiliano-romagnoli”. Nonostante la non contrarietà ad alcune opere, ma contestando la vetustà del documento in discussione, l’esponente di Fratelli d’Italia cita il caso della Cispadana e si chiede “se debba continuare a essere un progetto autostradale e non, invece, una strada a scorrimento veloce, affidando al ferro la movimentazione delle merci prodotte nei territori interessati”. Per quanto riguarda il documento sulla mobilità sostenibile, il giudizio è netto: “Poco più che un pannicello caldo di fronte all’arretratezza del Prit”.

“La spaccatura che oggi si è registrata nella maggioranza sul Piano Integrato dei Trasporti è evidente”. Questo il giudizio di Simone Pelloni (Lega) nel commentare il Prit, che “è figlio di una maggioranza che sul tema dei trasporti e delle infrastrutture collegate non riesce a fare sintesi e questo è grave, in quanto porta a un Prit vecchio e a un documento sulla mobilità sostenibile che altro non è se non un pallido libro dei sogni”.

Anche Stefano Bargi (Lega) ha messo in luce “l’incapacità della maggioranza di fare sintesi su questo tema, rigettando ogni appello al senso di responsabilità della Lega. Nello specifico del documento pluriennale, la valutazione è che sia poco rispondente ai bisogni del territorio. “Sul Prit, continua Bargi, viene citata ancora la Campogalliano-Sassuolo quando proprio a Sassuolo si usa come battuta l’idea di quell’opera per significare qualcosa che non verrà mai fatto. Di proposte operative sul tema dei trasporti la Lega ne ha fatte tante nel passato, ma non sono mai state prese in considerazione”.

Per Valentina Castaldini (Forza Italia) “il Piano non coincide con le nuove esigenze dettate dalla pandemia. Ma le imprese debbono trasportare le merci. Riconosco come importanti la bretella Campogalliano-Sassuolo, l’autostrada Cispadana e le altre infrastrutture del Piano. Nel mio voto contrario c’è il mancato ascolto dell’opposizione”. La consigliera azzurra, infine, ha sottolineato che “il Passante di mezzo non risolverà il traffico e sarà devastante per l’area bolognese. Parlare del People mover è come sparare sulla Croce rossa, in quanto è un fallimento. L’aeroporto, invece, può aumentare l’attrazione di Bologna e bisogna evitare che il People mover abbia impatto negativo sul turismo e sulla città di Bologna”.

Particolarmente soddisfatta del Prit è Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) per la quale “il Piano regionale integrato dei trasporti contiene tante buone notizie e tante infrastrutture da tempo attese da importanti distretti industriali della Regione. Ora possiamo realmente dire che il pubblico ha fatto tutti i passaggi necessari per la realizzazione di infrastrutture di qualità”. Per la consigliera modenese, il Prit lancia una trasformazione più profonda, che non tocca solo i metodi di trasporto, ma “fornisce una visione realmente sistemica e integrata sul futuro che si immagina per la nostra Regione”.

Andrea Costa (Pd) rigetta ogni accusa di crisi nella maggioranza e trova assolutamente normale che “su un documento di questa portata vi sia un naturale pungolo per trovare soluzioni sempre migliori”. Anche sulla supposta vetustà del Piano pluriennale, Costa rifiuta una lettura di questo tipo, “in quanto le sfide infrastrutturali e trasportistiche già sollevate in passato devono essere costantemente aggiornate a livello continentale e poi declinate a livello nazionale, infra-regionale e regionale”. A ulteriore testimonianza di come il Prit sia tutt’altro che sorpassato come documento programmatorio, Costa cita la grande attenzione posta sulla mobilità ferroviaria, sia per le merci che per i passeggeri.

Marco Lisei (Fratelli d’Italia) ha spiegato che i motivi per cui sono stati presentati così tanti emendamenti al Prit risiedono “nella scarsa collaborazione fornita dalla Giunta su un tema molto delicato e a fronte di una evidente forzatura attuata nei confronti dell’Assemblea e dei cittadini”. Per Lisei è “inspiegabile che si sia atteso due anni mentre, tutto d’un tratto, si è deciso di portare questo documento all’approvazione insieme al Bilancio e il motivo è che si vuole arrivare al prossimo 18 gennaio con il Piano approvato per la prossima Conferenza dei Servizi sul Passante di mezzo di Bologna”. Entrando nel merito del documento, il capogruppo di Fratelli d’Italia bolla come ridicolo il tentativo di questa maggioranza nel proporsi come una compagine che vuole le opere infrastrutturali, “perché quelle opere le avete bloccate voi con la vostra eterogeneità che farete scontare ai cittadini della Regione”.

Nella replica, l’assessore Corsini ha parlato di “alcune critiche prive di contenuti”. Rispondendo al consigliere Lisei, ha affermato che “la fretta dell’approvazione, a due anni dall’adozione, non è collegata alla Conferenza dei servizi sul Passante di mezzo, anche perché non è richiesto che il Prit sia approvato. E’ vero che siamo in ritardo, ma nel 2022 arriveranno molte risorse dal Pnrr per lo sviluppo della mobilità sostenibile. Importante è confermare le infrastrutture”.

(Gianfranco Salvatori e Luca Boccaletti)

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