Audizioni di Abi e Federcasse in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, in seduta congiunta con la commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini, sulla nuova disciplina bancaria in materia di classificazione dei debitori in default.
Con il nuovo regolamento (valido da gennaio) le banche definiscono automaticamente come inadempiente il cliente che presenta un arretrato, da oltre 90 giorni, il cui importo risulti, per i privati e per le piccole e medie imprese, superiore ai 100 euro e superiore all’1 per cento del totale delle esposizioni verso il gruppo bancario nonché, per le grandi imprese, superiore ai 500 euro e superiore all’1 per cento del totale delle esposizioni. Diventa quindi fondamentale, per evitare la classificazione a default, onorare con puntualità le scadenze di pagamento previste contrattualmente e rispettare il piano di rimborso dei propri debiti, non trascurando anche importi di modesta entità.
Per Abi è intervenuto il vicedirettore generale, Gianfranco Torriero, mentre per Federcasse sono intervenuti il direttore generale, Sergio Gatti, e il presidente per l’Emilia-Romagna, Mauro Fabretti. I rappresentanti del mondo bancario hanno ribadito che con la nuova normativa aumentano le rigidità e il rischio è che vengano classificate come inadempienti imprese comunque sane (stesso problema per le famiglie). Queste imprese e queste famiglie perderebbero l’accesso al credito, con quello che ne consegue in termini di prospettive di ripresa (in particolare in questa fase emergenziale). Al contrario, gli istituti di credito avrebbero tutto l’interesse a ristrutturare queste posizioni e ad aiutare famiglie e imprese.
Gianni Bessi (Pd) ha infatti spiegato che “molte imprese potrebbero improvvisamente ritrovarsi in una condizione di forte difficoltà”. Un problema in più in questo periodo di grave crisi. “Oltre il 50 per cento delle 450mila imprese registrate sul territorio- ha sottolineato il consigliere- opera tramite il sistema di liquidità a breve con il sistema bancario e potrebbero, quindi, essere soggette a una situazione di rischio”. Non va poi sottovalutato, ha aggiunto, “l’allarme lanciato dal presidente di Abi, Antonio Patuelli, per il quale questa eccessiva rigidità di norme costringerà le banche a stringere i cordoni della borsa”. Lo stesso Bessi ha presentato una risoluzione (sottoscritta anche dai colleghi dem Pillati, Bulbi, Caliandro, Montalti, Rossi, Sabattini, Costi, Fabbri, Zappaterra, Mori, Rontini, Daffadà e Tarasconi), approvata in commissione Bilancio a inizio febbraio, per chiedere all’esecutivo di intervenire, nelle sedi dovute, per favorire la risoluzione di questi problemi.
“È importante sentire tutti i soggetti interessati per capire l’impatto che la nuova regolamentazione avrà su una regione produttiva come la nostra”, ha dichiarato Stefano Bargi (Lega), che ha poi riferito che “il nodo da sciogliere è quello delle limitazioni collegate alla possibilità di allungare il credito”.
Mentre per Luca Sabattini (Pd) “vanno considerati con la giusta attenzione tutti quegli elementi, negativi, che potrebbero creare problemi a famiglie e imprese, in questa fase ma anche nella fase che verrà dopo l’emergenza sanitaria”. È quindi fondamentale, ha sottolineato, “contrastare le diseguaglianze e le disparità, che con il Covid si sono ulteriormente acuite”.
(Cristian Casali)