Concessioni demaniali, aree di tutela biologica, gestione degli arenili, applicazione della cosiddetta “direttiva Bolkestein”: di questo e molto altro si è discusso nel corso della Commissione Politiche economiche, presieduta da Luca Giovanni Quintavalla.
Al centro del dibattito, il complesso sistema di leggi sul demanio marittimo, il suo percorso di riordino e i risultati ottenuti a seguito delle semplificazioni normative introdotte con la legge regionale 25 del 2015: tutti temi sui quali l’Assemblea legislativa è chiamata ad esercitare il controllo.
Significativo, sul fronte della semplificazione, è stato il trasferimento di alcune funzioni amministrative ai Comuni, evitando sovrapposizioni e snellendo i passaggi burocratici. Tra le funzioni attribuite ai Comuni, nello specifico, ci sono quelle relative alla gestione degli arenili, le trasformazioni delle costruzioni esistenti e l’individuazione delle dotazioni delle aree per servizi pubblici e per tutte le attrezzature necessarie per l’attività turistica inserite all’interno del “Piano dell’arenile”, nonché funzioni in materia di rilascio delle concessioni marittime.
In capo alla Regione restano, tra le altre, le funzioni di programmazione generale, di autorizzazione alla pesca e all’esercizio dell’attività di acquacoltura in mare, di individuazione delle aree di tutela biologica. Lo Stato resta competente in materia di durata delle concessioni demaniali marittime e di determinazione dell’importo dei canoni.
Aspetto rilevante, si legge nella relazione illustrativa presentata oggi, riguarda il tema della concorrenza, soprattutto per gli aspetti connessi all’applicazione della cosiddetta “direttiva Bolkestein” e in particolare per il divieto di proroga generalizzata delle concessioni demaniali: spetterà ai Comuni avviare le procedure per i bandi delle concessioni balneari.
Sul tema, l’assessora al Demanio marittimo, Roberta Frisoni, ospite della commissione, ha chiarito che il quadro normativo non è ancora definito. “Siamo in attesa del cosiddetto decreto indennizzi (per i gestori uscenti, ndr) – ha spiegato -. La bozza di decreto ha ricevuto rilievi sia dal Consiglio di Stato che dalla Commissione europea e ad oggi non è ancora stato emanato. Ciò sta creando una situazione di stallo. Al momento abbiamo incontrato i Comuni della nostra Riviera per aggiornarci sullo stato dell’arte dei procedimenti avviati e sulle ricognizioni delle concessioni: il tutto per avere bandi che creino uniformità di applicazione della norma. A breve apriremo anche il tavolo di confronto con i comitati dei balneari”. Frisoni ha concluso affermando che “il tema è fondamentale e deve diventare un’opportunità, per accompagnare l’innovazione del sistema turistico”.
Daniele Valbonesi (Pd) ha ricordato il percorso lungo e coerente della Regione Emilia-Romagna sul fronte della normativa in materia di demanio marittimo. “Con la legge del 2015 – ha affermato – è stato dato pieno compimento al principio di sussidiarietà, istituendo nel contempo la cabina di regia per il distretto turistico della costa. Una legge che ha consolidato un modello più efficiente e vicino ai territori. L’ordinanza balneare regionale ha saputo apportare innovazioni importanti in tema di sicurezza, di sostenibilità ambientale e di durata della stagione balneare”. Sul tema delle concessioni, Valbonesi ha evidenziato l’importanza del comitato dei balneari come “luogo di concertazione”, sottolineando che “il metodo partecipativo è un valore aggiunto volto a costruire soluzioni condivise”.
Fausto Gianella (FdI) ricorda come siano state le norme europee “a mettere in ginocchio il settore”. “Mettere in pratica la direttiva Bolkestein in Italia, soprattutto sulle concessioni balneari è praticamente impossibile – ha detto -. I Comuni stanno vivendo una situazione drammatica per il rinnovo delle concessioni, ci troviamo tra la vita e la morte economica di questi stabilimenti”. Critico, Gianella, anche sul tema della burocrazia: “I ripascimenti degli arenili hanno tempi biblici e su questo serviva una semplificazione normativa”.
Alice Parma (Pd), in riferimento alla Bolkestein, ribadisce che “c’è bisogno di applicare questa legge in modo organico e trovare un sistema comune: questa Regione sta cercando di provare a trovare una soluzione che completi il lavoro che, per legislazione, spetta al governo e che consenta all’Emilia-Romagna di portare il suo supporto e il suo contributo in relazione alle sue peculiarità”.
Marta Evangelisti (FdI) sottolinea che, sulla direttiva Bolkestein, “il governo sta facendo la sua parte rispetto a una situazione non semplice”. “Oggi però valutiamo una legge di semplificazione e ci saremmo aspettati un approfondimento maggiore – prosegue -. E vale a dire se la norma regionale ha dato certezza agli operatori, se ha ridotto la burocrazia e incentivato gli investimenti. Avremmo gradito una valutazione maggiormente dettagliata anche sul tema dei defibrillatori e dei presidi di salvamento, sui tempi di soccorso e anche sugli adeguamenti necessari. In altre parole, da una clausola valutativa ci si aspetterebbe di poter misurare i tempi e la qualità delle risposte che la Regione è in grado di fornire sui vari temi, cosa che così non è”.
Marco Mastacchi (Rete civica), al termine della discussione, ha voluto evidenziare il “cambio di passo” rispetto al passato nelle modalità di lavoro delle commissioni, molto più concrete e improntate al confronto e alla collaborazione.
(Brigida Miranda)



