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La Regione Emilia-Romagna punta a valorizzare il commercio equo solidale

In Commissione si discute dei risultati raggiunti a seguito dell’applicazione della legge in materia. Il Pd: “Realtà da valorizzare”. FdI: “La legge crea forzature”

Prosegue l’impegno della Regione Emilia-Romagna nella valorizzazione del commercio equo solidale, argomento di cui si è discusso oggi nella commissione Politiche economiche, presieduta da Luca Giovanni Quintavalla. All’ordine del giorno, i risultati conseguiti nel biennio 2022-2023. In continuità con quanto realizzato negli anni precedenti, anche per il biennio in esame la Regione ha confermato il contributo di 120mila euro annui per il “Terra Equa Festival” (promosso unitamente dai 13 soggetti del commercio equo solidale attualmente attivi sul territorio regionale), per decine di iniziative di sensibilizzazione e di formazione e per azioni educative all’interno delle scuole. Anche per il biennio 2024 e 2025 sono stati confermati gli stessi contributi affinché sempre più consumatori possano avere informazioni sui prodotti e sui metodi di produzione e commercializzazione. La buona diffusione del commercio equo solidale è testimoniata dai numeri del festival: oltre 27mila presenze (12.200 nel 2022 e 15.000 nel 2023), accompagnate da circa 30mila visualizzazioni del portale dedicato e oltre 226mila visualizzazioni dei social network.

I 13 soggetti che si occupano di commercio equo solidale gestiscono, su tutto il territorio emiliano-romagnolo 17 botteghe. Le province in cui è maggiormente rappresentata questa realtà sono Modena e Bologna con quattro botteghe ciascuna; nelle province di Parma e Piacenza non vi sono ancora botteghe di questo tipo. Accanto ai finanziamenti per le iniziative divulgative, la Regione mette a disposizione contributi anche per investimenti in termini di attrezzature, per l’apertura o per la ristrutturazione della sede: nel 2023 sono stati concessi contributi per oltre 76mila euro.

Ludovica Carla Ferrari (Pd) ha parlato del commercio equo solidale come di una “presenza importante dal punto di vista culturale” e plaude al fatto che si tratti di una realtà “già ben strutturata, volta anche alla promozione di importanti valori nelle scuole”. “Come pubblica amministrazione abbiamo il dovere di riconoscere e valorizzare sempre più queste realtà che possono maggiormente qualificare la loro proposta commerciale anche dal punto di vista digitale, per arrivare ancor meglio alla clientela e svolgere un ulteriore servizio”, afferma.

Di diverso parere Alberto Ferrero (FdI). “Se i soggetti accreditati sono sempre gli stessi 13 – afferma – forse qualcosa non ha funzionato. Per portare un altro esempio, a Ravenna, nella mia città, è stato organizzato un workshop che ha visto solo 10 partecipanti: su questi aspetti bisognerebbe interrogarsi”.

Ancor più critico Priamo Bocchi (FdI). “Questa legge va a stabilire cosa sia equo e cosa sia solidale, una forzatura che toglie efficienza ed efficacia al mercato e induce scarsa trasparenza che ravviso anche in questa relazione. Se a Parma e Piacenza queste realtà non sono riuscite a decollare ci sarà un motivo: per non parlare dell’aspetto ideologico di alcuni soggetti beneficiari, vicini alle cause Lgbt o Pro-Pal” conclude.

(Brigida Miranda)

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