Mobilità sostenibile nelle città, sicurezza dei treni, tecnologie di ultima generazione per migliorare la prestazione dei veicoli a propulsione elettrica e ibrida, sistemi avanzati per la logistica, dispositivi medici per il supporto alla circolazione extracorporea in età neonatale e nelle operazioni chirurgiche.
Approfondito esame, quello effettuato oggi dalla Commissione Politiche Economiche presieduta da Manuela Rontini (Pd), sulla Legge regionale per l’attrattività, oggetto sia del dibattito sulla clausola valutativa sia dell’informativa dell’Assessore allo sviluppo economico Vincenzo Colla. Nel corso della Commissione è stato analizzato a fondo il sistema dei contributi per attrarre nuovi progetti regionali e investimenti in Emilia-Romagna, strumento sempre molto efficace.
“E’ una legge molto importante che sta facendo il suo mestiere dal punto di vista di attrarre e valorizzare filiere produttive oltre che generare assunzioni a tempo indeterminato. Nel corso di questa legislatura abbiamo dato continuità alla legge approvando 42 programmi di investimento in attività di ricerca e sviluppo, 23 accordi regionali di insediamento e sviluppo di imprese, abbiamo permesso l’assunzione di 1.237 persone di cui 657 laureati, ci sono stati investimenti pari a 128,8 milioni di euro e contributi per 51,97 milioni di euro, mentre 19 nuovi accordi verranno sottoscritti entro aprile. Ricordo che ogni euro pubblico porta a triplicare l’investimento privato, un fattore inedito nello scenario nazionale. Quella in oggetto è una legge che vogliamo consolidare sempre più coinvolgendo le filiere strategiche”, spiega Colla, che ricorda come le filiere interessate siano quelli dell’automotive elettrico (con una grande attenzione all’ambiente), biomedicale, agricoltura, logistica oltre a specifici progetti su intelligenza artificiale e big data. Colla ha ricordato che quanto fatto in questa legislatura si somma agli effetti dei bandi degli scorsi anni, in forza dei quali ci sono stati investimenti complessivi per oltre 154,6 milioni, contributi per 49 milioni e assunzioni di oltre 1.700 persone.
Nello specifico della clausola valutativa sono intervenuti i dirigenti tecnici dell’assessorato allo Sviluppo, che hanno sottolineato l’importanza dell’attività della Regione nell’affiancamento e nel sostegno alle imprese, anche sul mercato estero.
Le parole dei rappresentanti della Giunta hanno dato vita al dibattito fra le forze politiche.
“Servono dati più oggettivi e più aggiornati: non si può rimanere nella comfort zone di cui parla l’amministrazione”, spiega Stefano Bargi (Lega), che sottolinea come si debba puntare molto sull’occupazione, su una seria verifica dei Consorzi Fidi e sul sostegno all’internazionalizzazione. “Noto che ci sono alcune fra le aziende che hanno avuto le risorse che, poi, però, non sono riuscite a rispettare le norme contenute negli accordi”, sottolinea il leghista, che invita a controllare bene ogni voce della clausola valutativa e mette in guardia dal “rischio di rincorrere le svolte green senza tenere conto dei problemi che ne potrebbero derivare per le imprese: dobbiamo tutelare l’occupazione”. Maura Catellani (Lega) chiede chiarimenti su come vengano stabilite le priorità dei diversi bandi, come vengano fatte le verifiche sugli effetti della legge e come si voglia agire in futuro, mentre Michele Facci (Lega) chiede spiegazione sui numeri della nuova occupazione e chiarezza sulle modalità di distribuzione delle risorse alle grandi aziende, in modo particolare alle multinazionali.
Per Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) “quello che abbiamo visto all’interno della legge andrà ad accompagnare processi di trasformazione importanti, a partire da automotive e medicale”. “Innovazione e ricerca- spiega- devono guidare, senza tralasciare l’aspetto della sostenibilità ecologica, la trasformazione digitale per il settore dei servizi (in particolare quelli rivolti alla persona)”. Infine, parla della “necessità di far evolvere, sempre rispetto al tema della digitalizzazione, il sistema delle produzioni culturali”.
Marco Mastacchi (Rete Civica) invita a operare “non solo perché le aziende vengano in Emilia-Romagna, ma anche affinché vi rimangano. Non è possibile che, come è avvenuto in provincia di Bologna, aziende straniere vengano, acquisiscano conoscenze, competenze e i marchi e poi vadano all’estero dove i costi di produzione e quelli del lavoro sono più bassi”. Mastacchi ha invitato anche ad affrontare il tema dell’energia, smettendo di trascurare l’energia idroelettrica e potenziando lo stoccaggio dell’energia.
Per Matteo Daffadà (Partito democratico) “il lavoro è un punto fisso per questa Regione e i risultati si vedono, dato che aumenta l’occupazione, anche quella qualificata, e crescono gli investimenti”. Infine, parla dell’importanza di rigenerare aree industriali, “iniziative lungimiranti, anche rispetto al tema della digitalizzazione”.
Palma Costi, sempre del Pd, ribadisce, rispetto alla legge 14, “la necessità di rafforzare gli investimenti in Emilia-Romagna, partendo dai temi della ricerca e dell’innovazione, traducendo il tutto in posti di lavoro diretti e indiretti (con particolare attenzione anche all’occupazione femminile)”. “Nel corso degli anni- sottolinea la dem- ci si è concentrati sullo sviluppo del tessuto economico regionale rispetto a un’innovazione profonda collegata alla ricerca”. Abbiamo bisogno, conclude, “di nuove possibilità”.
(Luca Molinari e Cristian Casali)