Via libera in commissione Politiche economiche al progetto di legge per sostenere economicamente le imprese che operano nelle aree montane, che ha trovato il consenso unanime di tutte le forze politiche. Dopo il passaggio in Aula per l’approvazione, sarà pubblicato il bando che prevede un contributo di 12 milioni di euro all’anno nel triennio 2019-2021 per supportare le attività imprenditoriali e gli esercizi commerciali in montagna, con agevolazioni economiche sotto forma di credito di imposta: l’agevolazione per imprese e lavoratori autonomi sarà calcolata in misura proporzionale a quanto dovuto dalle imprese stesse, in base all’Irap versata (si fa riferimento all’annualità 2018 per l’anno d’imposta 2017) per un contributo massimo di 5 mila euro.
“Un percorso virtuoso e un segnale concreto che va nella direzione di alleviare almeno in parte gli svantaggi competitivi che si trovano a fronteggiare le imprese della montagna”, ha sottolineato la presidente di commissione Luciana Serri, che però rilancia rivolgendosi direttamente al governo nazionale. “Ora serve una norma nazionale per poter lavorare direttamente sulle aliquote, che non sono di competenza regionale”. Soddisfazione da parte dei due relatori della legge, Alessandro Cardinali del Partito democratico e Gabriele Delmonte della Lega nord. “Già in audizione c’è stata grande partecipazione da parte delle associazioni di categorie, che hanno ribadito l’importanza di sostenere quelle imprese che risiedono in territori difficili penalizzati in modo ancora più impattante dalla crisi economica”, ha spiegato Cardinali, illustrando anche un emendamento alla legge che fa rientrare ora tra i beneficiari, oltre ai 97 comuni “totalmente montani” dell’elenco Istat, anche altri dell’Alta Valmarecchia, dell’Appennino Piacentino-parmense e dell’Appennino Emiliano e quei Comuni che erano interamente montani prima di eventuali fusioni (come nel caso della Val Samoggia). Delmonte ha illustrato invece un altro emendamento che raddoppia il contributo alle start-up innovative: “Questo provvedimento vuole lanciare un segnale di permanenza nei territori montani e si rivolge soprattutto ai più giovani. Inoltre, sarà effettuato un monitoraggio sulle domande ricevute, sulle richieste accettate e sul numero di imprese che hanno partecipato, in modo da avere contezza dei benefici concreti di questa legge”.
L’assessore alle Attività produttive Palma Costi ha sottolineato come questo sia uno degli strumenti che la Regione ha messo in campo a sostegno della montagna: “uno strumento sperimentale, perché non esiste in nessun altra Regione. Noi non abbiamo competenza in materia fiscale, quindi investire 36 milioni su tre anni è una grossa sfida e un’operazione importante, perché raggiunge tutti i settori delle imprese”. Anche l’assessore auspica un intervento nazionale: “Senza una legge centrale, l’azzeramento dell’imposta per le nuove imprese non si può fare”.
Favorevoli al pdl anche i consiglieri di Fratelli d’Italia, che però segnalano alcune criticità. “Sosteniamo la legge perché si propone di agevolare le imprese montane per evitare lo spopolamento di quelle aree, ma critichiamo lo stanziamento limitato dei contributi. Erano stati annunciati 15 milioni e invece saranno solo 12 milioni”, ha fatto notare Giancarlo Tagliaferri, che ha sollevato perplessità anche sull’esclusione fra i beneficiari dei comuni “parzialmente montani”. D’accordo su questo anche Michele Facci, che ha lamentato l’esiguità dei fondi per le imprese di nuova formazione: “Vengono favorite le imprese già esistenti nel 2017, ma che fare con quelle nate nel 2018? Non facciamo disparità di trattamento e non creiamo figli e figliastri”. Sulla stessa linea anche Fabio Callori: “Bene lo sgravio, ma pensiamo a far tornare le persone in montagna e a far aprire nuove attività”.
Andrea Bertani del Movimento 5 stelle ha sottolineato l’importanza di raddoppiare il contributo alle imprese “slot free”: “L’intento è replicare quanto fatto per gli esercizi commerciali polifunzionali; l’esclusione dal contributo per le imprese libere da gioco d’azzardo è un atto di coerenza”.
Igor Taruffi di Sinistra Italiana ha riaffermato invece come questa legge sia necessaria per “far sopravvivere le imprese e le attività commerciali che vivono in montagna, dal momento che questi contributi costituiscono un aiuto molto importante”.
Gian Luigi Molinari del Partito democratico ha evidenziato come questa legge sia un “messaggio politico forte” e come ora si debba “lavorare al passaggio successivo, coinvolgendo diverse realtà politiche, ovvero a un concetto più largo di defiscalizzazione da portare come richiesta al governo”. Andrea Sabattini, sempre del Pd, ha spiegato come non ci sia volontà di penalizzare i nuovi insediamenti produttivi, “ma l’Irap è un’imposta che interviene sulla quantità di personale ed è difficile che le imprese nuove nascano già grandi. Guardiamo cosa succederà nei primi mesi di attuazione del provvedimento legislativo e, se ci sarà bisogno di ricalibrare i criteri, lo faremo”.
In commissione è stata discussa anche l’interrogazione dei consiglieri di Fratelli d’Italia Michele Facci e Giancarlo Tagliaferri con cui si chiede alla Giunta “di portare avanti azioni per supportare le attività economiche della montagna” visto che “le indagini fatte da Camera di Commercio e Unioncamere mostrano dati negativi su imprese al dettaglio e mediopiccole, con particolari criticità in zone appenniniche”. L’assessore Palma Costi ha precisato: “Noi ci siamo sempre occupati della montagna, con iniziative strutturate e coerenti anche per fermare il processo di spopolamento o di difficoltà delle attività economiche. Puntiamo a migliorare la vita dei cittadini, potenziando i servizi e la mobilità. Per quanto riguarda la parte delle attività economiche, abbiamo concentrato una quota importante di risorse”.